Gli Emirati Arabi Uniti, membri della coalizione saudita contro lo Yemen, aspirano alla creazione di un nuovo Stato che gli consenta di controllare la regione di Aden.
Il porto di Aden è già gestito dalla società Dubai Ports World.
Il progetto di divisione dello Yemen tra la fazione pro-saudita da un lato e quella pro-iraniana dall’altro, prende atto del fallimento del presidente Abd Rabbo Mansur Hadi, rifugiato in Arabia Saudita, e potrebbe portare al ripristino della pace. Il disegno rimette in discussione, di fatto, il piano d’Israele e Arabia Saudita per sfruttare il “quarto vuoto” [nome con cui viene designato il deserto Rub al Khali, ndt] e l’autorità del principe Mohammed bin Salman e rende inclini gli Emirati Arabi a passare dall’opposizione a un’alleanza con l’Iran.
Il nuovo Stato dovrebbe trovarsi sul territorio occupato dall’ex Repubblica Democratica Popolare dello Yemen, filo-sovietica (1967-1990), successivamente denominata Repubblica Democratica dello Yemen (1994).
Da parte sua l’Arabia Saudita ricostituirebbe la Repubblica Araba dello Yemen [nota anche come Yemen del Nord, esistita dal 1962 al 1990, ndt].
Tuttavia, dopo la fine della Guerra Fredda le alleanze si sono rovesciate. Secondo una logica tribale, non più politica, negli ultimi anni molti marxisti si sono uniti ad Al Qaeda, mentre ex pro-occidentali sono passati dalla parte dell’Iran.
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