L’ex direttore di gabinetto di Mahmoud Ahmadinejad, Esfandiar Rahim Mashaei, è stato condannato a cinque anni di prigione per complotto contro la Repubblica Islamica d’Iran, a un anno per propaganda contro il regime e a sei mesi per insulti a personalità depositarie dell’autorità politica: sei anni e mezzo in totale.
Esfandiar Rahim Mashaei (a sinistra nella foto) fu presentato nel 2013 da Ahmadinejad come suo successore. Tuttavia il Consiglio dei Guardiani della Costituzione ne scartò la candidatura, giudicandolo «cattivo mussulmano».
La figlia di Mashaei ha sposato il figlio maggiore di Ahmadinejad.
Ahmadinejad e Mashaei si rifanno alla rivoluzione antimperialista dell’imam Khomeini e, come quest’ultimo, sono entrati in conflitto con il clero sciita (prima del rientro trionfale, l’ayatollah fu respinto dall’alto clero, che appoggiò la sua messa al bando da parte dello Scià Reza Pahlavi).
Quanto all’ex vicepresidente di Ahmadinejad, Hamid Baghaie, è stato condannato già a marzo 2018 a 15 anni di detenzione per crimini segreti, al termine di un processo pure segreto. Baghaie aveva a sua volta tentato di presentarsi alle elezioni presidenziali nel 2017, con il sostegno di Ahmadinejad. Anche la sua candidatura venne respinta dal Consiglio dei Guardiani della Costituzione.
L’ex presidente Ahmadinejad è stato messo agli arresti domiciliari dopo le sommosse antigovernative di dicembre 2017.
In questo modo l’intera sfera laica — ossia favorevole alla separazione fra istituzioni politiche e istituzioni religiose — è stata decapitata dall’amministrazione dello sceicco Hassan Rohani e dai suoi alleati.
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