Dopo una sospensione della seduta, il dibattito del Consiglio di Sicurezza intitolato «Mantenimento della pace e della sicurezza internazionali: un multilateralismo efficace, fondato sulla difesa dei principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite» è ripreso.

Le allocuzioni degli Stati iscritti al dibattito non hanno aggiunto granché, a eccezione delle dichiarazioni del Gruppo degli amici per la difesa della Carta delle Nazioni Unite e del Movimento dei Paesi non-allineati.

Queste due organizzazioni hanno sottolineato il carattere colonialista delle «misure coercitive unilaterali», che, con ogni evidenza, contravvengono al diritto internazionale. Ne chiesto l’immediato ritiro agli Occidentali, che le chiamano eufemisticamente «sanzioni» e le applicano contro oltre 30 Paesi. Hanno inoltre sottolineato l’importanza dell’uguaglianza tra nazioni, grandi o piccole che siano. Andando oltre, l’India e l’Africa del Sud si si sono stupite che i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza siano «più uguali degli altri».

Molti Paesi membri di questi due organismi si sono dimostrati nei loro interventi più arretrati rispetto al discorso tenuto collegialmente. Evidentemente è molto difficile per piccoli Stati esprimersi liberamente, per il timore d’incorrere in pesanti misure di ritorsione.

Il dibattito ha avuto una valenza storica per il tema trattato e le passioni suscitate, ma è stato deludente per l’impossibilità per numerosi partecipanti di esprimere liberamente il proprio pensiero.

Traduzione
Rachele Marmetti