L’ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) delinea la mappa del mercato del petrolio.
La domanda progredisce lentamente.
L’offerta, sempre eccedente, è stabile, da un lato, per effetto del crollo della produzione del Venezuela e del ribasso di quella del mar del Nord e della Libia, dall’altro, è compensata dal rialzo della produzione di Stati Uniti, Canada e Brasile.
Gli Stati Uniti, che ora dispongono di molto petrolio di scisto e soprattutto del petrolio del golfo del Messico (Pemex), nel 2018 dovrebbero sorpassare l’Arabia Saudita e rivaleggiare con la Russia.
Il prezzo al barile, che attualmente oscilla da 63 dollari (WTI) a 68 (Brent), dovrebbe raggiungere i 70 dollari.
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