Curt Weldon, ex rappresentante repubblicano della Pennsylvania (1987-2007) e solo amministratore straniero della Fondazione Gheddafi (foto), è andato in Libia a capo di una piccola delegazione degli Stati Uniti, per negoziare una uscita dalla crisi con il colonnello Gheddafi. In un articolo di opinione pubblicato dal New York Times il 5 aprile 2011, indica di condurre questa operazione privata e di aver informato l’amministrazione Obama della sua iniziativa.
L’ex vice-presidente del Comitato della forze armate e per la Sicurezza Nazionale, il signor Weldon s’è dotato di un impressionante agenda che ha utilizzato per sviluppare un business lucroso, ai margini della legalità.
Ha fatto notizia, in questi ultimi anni, ed è stato coinvolto in diversi traffici internazionali di armi. Una delle sue aziende, la Defense Solutions, ha soprattutto concluso un contratto per la riabilitazione della grande flotta di vecchi carri armati ungheresi T-72, di veicoli da combattimento per la fanteria BMP-1 e di veicoli trasporto truppe BTR-60, e altro antiquariato sovietico, destinati alla Libia. Sembra che l’affare sia parzialmente fallito.
Personalità del complesso militare-industriale, il signor Weldon milita nel Center for Security Policy e partecipa ai congressi degli organi politici della Chiesa dell’Unificazione del reverendo Sun Myung Moon.
Ha assicurato che è andato a Tripoli, su invito del Capo di gabinetto del del "fratello leader". Il suo progetto è ancora convincere il colonnello Gheddafi a far posto ai suoi figli.
Tuttavia, la scappatella del signor Weldon è stata finanziato da Steve Payne e Brian Ettinger -direttori di Worldwide Strategic Energy, la principale società di lobbying petrolifera di Houston- che lo accompagnavano.
E’ noto che le attività complessive di Curt Weldon, in particolare in Corea del Nord e Iraq, possono svilupparsi solo con il consenso della CIA e, probabilmente, talvolta su sua richiesta. Non sfugge a nessuno che il rappresentante Curt Weldon aveva introdotto Joe Biden (senatore del Delaware, allora) presso il colonnello Gheddafi, o che Brian Ettinger era allora un assistente parlamentare di Biden, attuale vice-presidente degli Stati Uniti d’America. Come risultato, l’iniziativa del Sig. Weldon è stata interpretata negli ambienti diplomatici come una volontà della Casa Bianca di ripristinare un canale di dialogo con il leader libico.
In definitiva, il colonnello Gheddafi non ha voluto procedere con la richiesta di audizione del suo vecchio amico Weldon e la delegazione "privata" degli Stati Uniti. Il "fratello leader" ha scelto di dedicare il suo tempo a ricevere la delegazione dei capi di Stato dell’Unione Africana.
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– «US Arms Dealer Tests Legal Bounds in Middle East Arms Bazaar», Sharon Weinberger, Wired, 7 marzo 2008.
– «Time’s Up, Qaddafi», lettera di Curt Weldon, The New York Times, 5 aprile 2011.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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