Foto: Ali Zein al-Abidin al-Berri, leader della tribù, prima di essere assassinato dai drogati dell’esercito libero "siriano".
Dopo non essere riuscito a rimanere ad Homs e aver perso la battaglia di Damasco, l’esercito libero "siriano" ha lanciato un attacco contro Aleppo.
L’ESL è riuscito a prendere il controllo di due zone della città e di un grande parco pubblico. Ha catturato diverse stazioni di polizia, uccidendo tutti i poliziotti.
La maggioranza della popolazione dei quartieri interessati si è rifugiata nella parte della città controllata dai lealisti. L’ELS vorrebbe erigere un emirato islamico nel quartiere di al-Nereb, come ha fatto a Bab Amr, un quartiere di Homs. Per questo, ha espulso i residenti non sunniti rimasti, non senza prima aver massacrato le famiglie considerate "pro-regime".
In questo video, girato dall’ELS il 31 luglio 2012, 15 membri della famiglia beduina al-Berri vengono allineati contro un muro e fucilati. Si noti lo stato di eccitazione estrema degli islamisti, che per la maggior parte sono sotto l’effetto di droghe.
I giornalisti occidentali "embedded" con l’ELS, che sono entrati illegalmente in Siria assieme ai combattenti dell’ELS di stanza in Turchia, sono stati ricondotti al confine dopo alcuni giorni, per non assistere ai crimini. Sono stati presi in giro per un paio di giorni dai servizi di pubbliche relazioni della NATO, vedendo solo quello che avevano deciso di mostrargli, e che s talvolta i è inscenato a loro beneficio. Continuano a descrivere la situazione come una rivoluzione popolare democratica, anche se loro stessi constatavano che i combattenti provenivano dalla Turchia e non avevano altro supporto in Siria che non dei piccoli gruppi di fanatici religiosi.
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Traduzione di Alessandro Lattanzio (Aurora)
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