Un gruppo di Daesh è stato arrestato l’8 febbraio a Trinidad e Tobago mentre stava preparando un mega attentato per la notte tra il 13 e 14 febbraio, in pieno carnevale.
In Trinidad e Tobago vive una cospicua minoranza di mussulmani indiani, arrivati durante la colonizzazione britannica. Afroamericani e arabi si sono con il tempo aggregati alla comunità.
Questa magnifica isola dei Caraibi ha fornito a Daesh diverse centinaia di soldati. È il primo Paese delle Americhe d’origine degli jihadisti.
Shane Crawford, detto Abu Sa’d at-Trinidadi (foto), l’anno scorso su Dabiq, la rivista di Daesh, aveva annunciato la preparazione di un’operazione in Trinidad e Tobago.
A luglio 1990 un centinaio di jihadisti di Jamaat al Muslimeen aveva tentato d’impadronirsi del potere a Trinidad e Tobago. Avevano attaccato il parlamento, preso in ostaggio il primo ministro e, prima di arrendersi, si erano asserragliati per sei giorni nella sede della Televisione Nazionale.
A maggio 2017 su Russia Today in spagnolo Thierry Meyssan aveva contestato l’interpretazione del Venezuela, che vedeva nei fatti accaduti nel 1990 un attacco paragonabile a quello orchestrato dalla CIA contro il Cile di Allende. In numerose interviste Meyssan aveva affermato che Daesh stava preparando una destabilizzazione del Sudamerica nordoccidentale, riconducibile alla strategia dell’ammiraglio Cebrowski.
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