Avvenimenti dell’11 aprile 2018
• L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pretende di avere accesso immediato alle vittime del presunto attacco chimico della Ghuta. Secondo i Caschi Bianchi, le vittime civili sarebbero oltre 500.
• L’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea (EASA) ha informato le compagnie operanti in Europa circa la possibilità di tiri di missili da crociera verso la Siria nelle prossime 72 ore. La maggior parte delle compagnie sta modificando i piani di volo verso Israele, il Libano e Cipro.
• Il presidente Donald Trump ha tweettato: «La Russia promette di abbattere qualunque missile venga tirato sulla Siria. La Russia si tenga pronta perché i missili stanno arrivando, belli, nuovi e “intelligenti”! Non dovreste allearvi con un Animale che Ammazza con il Gas, che ammazza il proprio popolo e ne gode».
• Mentre l’Organizzazione Internazionale per le Armi chimiche (OIAC) ha annunciato l’invio nella Ghuta orientale, in tempi brevi, di ispettori, il portavoce del governo russo, Maria Zakharova, ha ironizzato sull’opportunità che un tiro di missili sulla Siria offrirebbe per distruggere ogni prova della manipolazione occidentale.
• Il primo ministro turco, Binali Yıldırım, ha chiamato in causa l’atteggiamento di Stati Uniti e Russia che si minacciano a vicenda su un possibile intervento in Siria.
• L’Esercito Arabo Siriano sta evacuando i principali aeroporti e le basi aeree militari del Paese.
• L’Esercito russo annuncia che la situazione nella Duma si è stabilizzata. Gli ultimi jihadisti stanno per essere trasferiti a Idleb, come prevedono gli accordi. Da domani, un’unità di polizia militare russa sarà dispiegata nella zona per garantire la sicurezza dei civili.
• Al termine della conferenza stampa delle forze armate russe, il generale Viktor Poznikir ha accusato i Caschi Bianchi di aver inscenato il falso attacco chimico della Ghuta.
• In un discorso trasmesso anche in televisione, il presidente Vladimir Putin ha dichiarato: «La situazione nel mondo sta diventando sempre più caotica. Tuttavia, speriamo che il buon senso finisca col prevalere e che le relazioni internazionali imbocchino una direzione costruttiva, che il sistema mondiale diventi più stabile e meno imprevedibile».
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