Il New York Post del 14 ottobre 2020 ha rivelato che, a dicembre scorso, l’FBI sequestrò un disco rigido appartenente a Hunter Biden, figlio del candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti, Joe Biden [1] .
La polizia federale criminale stava indagando sui sospetti di corruzione dei Biden in Ucraina. Nel 2014, poco dopo il colpo di Stato dell’EuroMaïdan e mentre il padre era vicepresidente degli Stati Uniti [2], Hunter Biden, senza avere alcuna competenza in materia, fu nominato amministratore della compagnia del gas ucraina Burisma Holdings. Quando il governo filo-USA tentò di pignorare un miliardo di denaro illecito della Burisma Holdings, Hunter mosse le proprie pedine per far licenziare il procuratore.
Joe Biden ha negato di essere personalmente coinvolto negli affari del figlio, deplorandone la dipendenza da droghe, benché ora sia disintossicato.
Dopo l’insuccesso della procedura d’impeachment di Trump, il Partito Democratico ha accusato il presidente di strumentalizzare l’amministrazione contro il rivale politico, montando il preteso affare Burisma Holdings.
Ma il computer sequestrato dall’FBI ha svelato i propri segreti: oltre a video di Hunter che fuma crack e fa sesso con diverse ragazze, contiene mail scambiate con il padre, che dimostrano come anche quest’ultimo sia implicato nell’affare Ucraina.
[1] “Smoking-gun email reveals how Hunter Biden introduced Ukrainian businessman to VP dad”, by Emma-Jo Morris and Gabrielle Fonrouge; “WH press secretary locked out of Twitter for sharing Post’s Hunter Biden story” , by Steven Nelson, New York Post, October 14, 2020.
[2] “In Ucraina, il figlio di Joe Biden unisce l’utile al dilettevole”, Rete Voltaire, 23 maggio 2014.
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