Subito dopo l’avvio dell’attacco di Hamas a Israele, l’Autorità palestinese, ossia il governo dello Stato non riconosciuto di Palestina, ha reagito. Il presidente Mahmoud Abbas ha ricordato che il Popolo palestinese ha diritto di difendersi dai «crimini e dalle violazioni israeliane nella cinta della moschea di Al-Aqsa e nei territori palestinesi».
Nel discorso ufficiale, l’Autorità palestinese mescola sempre argomentazioni religiose e politiche; Hamas invece, disprezzando i palestinesi di fede cristiana, privilegia le argomentazioni religiose rispetto a quelle politiche.
Durante la riunione a porte chiuse del Consiglio di sicurezza di domenica 8 ottobre, il rappresentante dello Stato di Palestina, Riyad Mansour (che ha status di osservatore, non di membro) ha sottolineato che la via della pace non passa «dal rafforzamento dell’oppressione e dell’occupazione, bensì dal loro termine».
Lunedì 9 ottobre, quando è iniziato il blocco di Gaza (interruzione dell’approvvigionamento in acqua ed elettricità), l’Autorità palestinese ha ricordato che questa modalità di combattimento viola il Diritto internazionale.
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