Nella sua settima dichiarazione, pubblicata il 27 settembre 2011, Inspire, la rivista ufficiale di al-Qaida in inglese, rimprovera il presidente Mahmoud Ahmadinejad, perché è d’accordo con i nostri dubbi sugli attentati dell’11 settembre 2001.

Per Inspire, l’Iran in particolare e gli sciiti in generale, condurrebbero una jihad superficiale contro gli Stati Uniti e rifiuterebbero di riconoscere l’11 settembre come "la più grande operazione speciale di tutti i tempi", e come una vittoria di al-Qaida. Per nascondere il loro vuoto, avrebbero deciso di diffondere le "teorie della cospirazione".

Per inciso, la rivista attribuisce ad al-Qaida gli attentati di Madrid e Londra, mentre i giudici spagnoli e britannici hanno abbandonato questa versione.

Il problema è che ben prima dell’11 settembre, molti autori hanno dimostrato che la CIA ha usato i jihadisti etichettati di al-Qaida per combattere l’influenza iraniana nel mondo musulmano. Questo è stato, in particolare, il caso della guerra in Bosnia-Erzegovina, in cui la "legione araba" di Usama bin Ladin fu sostenuta da Washington, per respingere i "Guardiani della Rivoluzione". Possiamo quindi interpretare l’accusa di Inspire, come una preoccupazione dei suoi sponsor, perdendo il mito dell’11 settembre, ridurrebbe la loro capacità di reclutare nuovi mercenari, per continuare le operazioni di destabilizzazione in Libia e Siria, e guardare impotenti la crescente influenza di Teheran sulle rivoluzioni arabe.

Inspire è un magazine online pubblicato in formato PDF dal maggio 2010. Sarebbe realizzata nello Yemen da al-Qaida nella Penisola Arabica (AQAP). Si rivolge soprattutto a inglesi e statunitensi che desiderano aderire ai combattenti di Bin Ladin. Possiede indirizzi e-mail di yahoo e gmail stabili da un anno e mezzo, per permettere alla CIA di monitorare il mondo clandestino del jihadismo.

Questa rivista è stata "scoperta" dalla Search for International Terrorist Entities (SITE). Non ci sono tracce della sua presenza prima che questo organismo, creato dal Mossad israeliano, non lo diffondesse.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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