Il Congresso del 2013 dell’American Israel Public Affairs Committee (AIPAC) si è aperto il 3 marzo, a Washington. Più di 12.000 delegati partecipano in un’atmosfera cupa: l’incertezza pesante circonda la composizione dei nuovi governi israeliano e degli Stati Uniti, mentre la lobby non è stata in grado di impedire la nomina di Chuck Hagel.
Durante il primo giorno dei lavori, gli organizzatori hanno sottolineato che la questione palestinese non è più la priorità rispetto ad altri problemi in Medio Oriente, soprattutto lo sviluppo dell’Iran. A questo proposito, la lobby sta sempre cercando di far passare una legge che riconosca il diritto di Israele di condurre un’azione preventiva militare contro Teheran.
Soprattutto, la lobby ha deciso di fare di tutto per evitare che i tagli di bilancio riguardino gli aiuti statunitensi a Israele (300 milioni potrebbero essere tolti dai soliti 3 miliardi). Per questo, si prevede di sottoporre al Congresso una legge che porti lo Stato ebraico allo status speciale di "grande alleato strategico", affermando che il bilancio per gli aiuti sia sottratto alla riduzione.
Infine, nel suo discorso, il generale Ehud Barak, ministro della Difesa israeliano, ha sottolineato la necessità di difendere la "soluzione dei due Stati" come l’unico modo per impedire la creazione di uno stato bi-nazionale (secondo il piano originario delle Nazioni Unite). Ha detto che in caso di problemi, Tel Aviv si riserva il diritto di determinare unilateralmente i confini dello Stato palestinese [probabilmente la fusione tra Giordania e Territori occupati], mantenendo il controllo della Valle del Giordano.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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