Mentre Washington e Mosca esortano i loro alleati a negoziare a Ginevra la fine della guerra in Siria e l’esercito arabo siriano riprende il controllo del territorio, i Contras si riorganizzano. La maschera cade: non si tratta più della questione di una Siria pluralista, ma piuttosto di una dittatura wahhabita.
• A Istanbul, la Coalizione Nazionale siriana ha designato un "governo provvisorio" da cui tutti i cristiani e sciiti sono stati esclusi.
• In Siria, dove l’emiro di Liwa al-Tawhid, Abdel Qadir Salah, è stato eliminato dall’Esercito arabo siriano, sei gruppi armati (Liwa al-Tawhid, Ahrar al-Sham, Jaish al-Islam, Suqur al-Sham, Liwa al-Haq e Ansar al-Sham) hanno annunciato la loro fusione, dopo aver eliminato tutti i cristiani e sciiti al loro interno. La nuova entità, il Fronte islamico, ha detto di essere il più grande esercito privato in Siria, con 50000 uomini, più del Fronte al-Nusra e dell’Emirato Islamico in Iraq e il Levante (EIIL). Si presenta "moderato" e opera per il rovesciamento di Bashar al-Assad e la proclamazione del Corano come Costituzione.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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