In un’intervista a 60 minuti, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto al presidente neoeletto Donald Trump di mettere in atto la “soluzione a due Stati” [1].
Finora Netanyahu si è opposto a viva forza al progetto, prefigurando al contrario un’espansione dello Stato d’Israele.
La soluzione a due Stati era stata concepita dall’équipe di Ariel Sharon per sollevare Israele dalla responsabilità dei palestinesi, secondo il modello dei bantustan sperimentati da esperti israeliani in Sudafrica. Ciononostante, con il tempo la soluzione di Sharon è diventata un obiettivo della sinistra occidentale, che vi vede la possibilità di porre fine alla guerra.
Il cambiamento di rotta del primo ministro avviene ancor prima che il presidente Trump abbia espresso la propria posizione sulla questione arabo-israeliana. Intanto, il presidente del consiglio regionale di Samaria, Yossi Dagan, ha accusato Netanyahu di alto tradimento.
[1] « 60 Minutes », CBS, 11 dicembre 2016.
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