Gli speculatori internazionali prevedono un rialzo del corso del petrolio nei prossimi giorni.

Secondo loro, le eccedenze attuali si esauriranno rapidamente per la concomitanza di diversi fattori:
 L’Arabia Saudita ha annunciato di voler ridurre la produzione giornaliera di 500 mila barili.
 Il Venezuela non dovrebbe più poter esportare in Occidente, dato che la vendita è impedita dal blocco dei suoi conti esteri, che potranno essere sbloccati solo dall’autoproclamato presidente Juan Guaidó. Inoltre, la PDVSA (la compagnia petrolifera statale) avrà sempre maggiori difficoltà ad acquistare i diluenti indispensabili per lavorare il petrolio grezzo.
 Le esenzioni concesse dal presidente Trump per il commercio con l’Iran non dovrebbero essere rinnovate.
 Le battaglie intorno al campo di Sahrara, in Libia, dovrebbero provocare una caduta della produzione nazionale di 50 mila barili al giorno.
 L’invecchiamento delle strutture petrolifere dell’Angola dovrebbe causare un abbassamento della produzione di 75 mila barili al giorno.

Gli speculatori scommettono su un rialzo nel corso del mese di marzo 2019 di 56 dollari, dagli attuali 70 dollari.

Nel 2019 la domanda potrebbe tuttavia ridursi a causa del rallentamento dell’economia mondiale. In questo caso i prezzi ricomincerebbero ad abbassarsi. Inoltre, non si può prevedere l’impatto sugli acquisti di nafta del nuovo regolamento dell’Organizzazione Marittima Mondiale, che costringe gli armatori a modificare, a partire dal 2020, la percentuale di zolfo contenuta nei carburanti.

Traduzione
Rachele Marmetti