Abbiamo ricevuto una nutrita corrispondenza sulla polemica degli incendi in Amazzonia. Le nostre informazioni non sono contestate, ma la partecipazione al dibattito è appassionata.
Per fortuna, negli ultimi quattro giorni nuovi protagonisti hanno aggiunto ulteriori informazioni. In particolare, è emerso che da una decina d’anni gli incendi nella regione non solo si sono nel complesso diradati (nonostante l’aumento nell’anno in corso), ma sono anche molto meno rilevanti di quelli in Angola e in Congo.
Ricordiamo che:
– i giudizi sulle posizioni ideologiche o la buona educazione del presidente Bolsonaro non possono influire sul fatto che abbia ragione o torto;
– i governi di destra e di sinistra dell’Amazzonia, per le medesime ragioni, hanno messo in atto la stessa politica di dissodamento: una scelta che quindi non ha niente da spartire con gl’interessi delle multinazionali:
– la foresta amazzonica non è in relazione con la quantità di CO2 nell’atmosfera: essa respira, quindi inspira ed espira questo gas, trattenendone un’infima parte per il proprio accrescimento (fotosintesi). Per questa ragione solo gli incendi hanno un bilancio carbonioso;
– numerose fonti confondono regione amministrativa “Amazzonia” del Brasile, foresta amazzonica retta dall’OCTA, cui aderiscono otto Paesi, e foresta amazzonica ripartita su nove Paesi: in questo modo sorgono incoerenze statistiche.
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