L’ex presidente della Bolivia, Evo Morales, è rientrato dall’esilio. Era fuggito a seguito del colpo di Stato dell’ottobre 2019, orchestrato dopo la sua rielezione da un gruppo di ustascia legati alla CIA e all’OSA [Organizzazione degli Stati Americani] [1]. All’epoca, la stampa internazionale falsamente riferì che Morales era stato cacciato dalla collera popolare.
I golpisti sono stati cionondimeno costretti a indire nuove elezioni, vinte il 20 ottobre 2020, al primo turno, dal partito di Morales [2].
Al rientro in Bolivia Morales è stato accolto trionfalmente da una gigantesca folla radunata sulla pista dell’aeroporto di Chimoré (Chapare).
Pare che gli Stati Uniti abbiano accettato il rientro di Morales a condizione che egli rinunci a tornare al potere.
[1] «Bolivia, laboratorio di una nuova strategia di destabilizzazione», di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 26 novembre 2019, traduzione di Rachele Marmetti.
[2] «Un sonoro schiaffo alla “coalizione occidentale”», del Generale Dominique Delawarde, Rete Voltaire, 23 ottobre 2020, traduzione di Rachele Marmetti.
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