Facebook, la società di Mark Zuckerberg, è solita censurare governi. Dopo aver chiuso a dicembre 2020 account collegati all’esercito francese in Centrafrica e in Mali, e a gennaio 2021 quelli del presidente in carica degli Stati Uniti, ora ha chiuso quelli del team del presidente ugandese.
La decisione ha preceduto di qualche giorno le elezioni presidenziali in Uganda, cui il presidente Yoweri Museveni si era ricandidato, e ha favorito il concorrente, il cantante Bobi Wine.
Sono azioni che applicano l’accordo di collaborazione fra la multinazionale e l’Atlantic Council per favorire «l’utilizzazione corretta di Facebook nelle elezioni nel mondo intero, vigilando la disinformazione e l’ingerenza straniera, aiutando a educare i cittadini e la società civile».
Nel 2011, su richiesta d’Israele, Facebook censurò gli account che esortavano i palestinesi dei Territori a sollevarsi [1].
Di nuovo nel 2011 la segretaria di Stato di Barack Obama, Hillary Clinton, si congratulò pubblicamente per il ruolo di Facebook nei cambiamenti di regime della “primavera araba” in Egitto, Tunisia e Libia.
Nel 2013 Edward Snowden rivelò che Facebook aveva autorizzato la National Security Agency (NSA) ad accedere ai dati personali di tutti i suoi utenti.
Nel 2015 Facebook dichiarò lo Hezbollah e la Repubblica Araba Siriana «organizzazioni terroriste». Chiuse gli account di diverse reti televisive, fra cui Al-Mayadeen (all’epoca il canale d’informazione più seguito nel mondo arabo), Sama e Dunia (entrambe televisioni pubbliche siriane), poi Ikhbariya (rete siriana privata) e contemporaneamente mise formatori a disposizione degli jihadisti [2].
Nel 2017 Shelley Kasli, capo redattore di Great Game India dimostrò come Facebook riuscì a manipolare l’informazione in India al punto da fare eleggere Narendra Modi primo ministro [3].
Nel 2017 Mark Zuckerberg ipotizzò di farsi designare vicepresidente degli Stati Uniti, qualora il presidente Donald Trump fosse stato destituito per il Russiagate. Il piano era di costringere poi Mike Pence a dimettersi e diventare così presidente [4]. A questo scopo formò una squadra per la comunicazione attorno all’ex capo della campagna elettorale di Barack Obama. In seguito, a causa delle difficoltà incontrate davanti a varie commissioni del Congresso, scelse un’altra strategia.
Nel 2018 Facebook oscurò la rete televisiva intergovernativa TeleSur, che all’epoca riuniva Argentina, Bolivia, Cuba, Equador, Uruguay e Venezuela.
Facebook France è diretto da Laurent Solly, ex capo di gabinetto del presidente Sarkozy, in seguito numero due della rete televisiva privata TF1. È marito di Caroline Roux, giornalista di punta del canale televisivo pubblico France2.
Sul piano internazionale il direttore delle relazioni pubbliche di Facebook è il liberal-democratico Nick Clegg, che fu vice del primo ministro britannico David Cameron.
Facebook partecipa anche alla politica colonialista in Africa con il progetto del cablaggio sottomarino che circonderà il continente, 2Africa. La rete collegherà i porti principali, ma non s’inoltrerà all’interno [5].
Facebook ha iniziato a censurare personalità politiche etichettate estremiste senza sollevare la minima protesta. Questa multinazionale è ora più potente del più potente dei governi.
[1] “Facebook censura le pagine che fanno appello alla rivolta in Palestina”, Traduzione di Alessandro Lattanzio, Rete Voltaire, 11 aprile 2011.
[2] « Facebook contre l’Axe de la Résistance », Réseau Voltaire, 8 février 2016.
[3] “Come una cellula segreta di Facebook manipola l’opinione pubblica”, di Shelley Kasli, Traduzione Alessandro Lattanzio, Great Game India (India) , Rete Voltaire, 11 gennaio 2018.
[4] “Mark Zuckerberg possibile futuro presidente degli Stati Uniti”, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 4 agosto 2017.
[5] “Facebook accerchia l’Africa”, di Manlio Dinucci, Il Manifesto (Italia) , Rete Voltaire, 16 giugno 2020.
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