In uno studio intitolato Trading on Terror, Robert J. Jackson Jr. e Joshua Mitts sostengono che, nel mese precedente l’attacco della Resistenza palestinese, investitori non identificati hanno scommesso a Wall Street su un crollo delle azioni israeliane a breve termine [1].

La società statunitense MSCI gestisce fondi negoziati in borsa (exchange-traded fund); tra questi uno segue l’insieme delle società israeliane e permette scommesse su rialzi o ribassi. Cinque giorni prima dell’attacco del 7 ottobre si sono registrate 227 mila scommesse al ribasso su azioni a breve termine, un’impennata rispetto alla media giornaliera di alcune migliaia.

Nei 20 giorni successivi all’attacco queste azioni hanno perso in media il 17,5% del loro valore. Un fatto analogo, sebbene di minore rilevanza, si era verificato il 3 aprile, quando venne silurato il ministro della Difesa, Yoav Gallant. In quel momento però il grande pubblico ignorava che Gallant era stato rimosso dall’incarico per aver avvertito gli altri ministri di un futuro attacco di Hamas.

Gli investitori che hanno guadagnato una fortuna con l’attacco del 7 ottobre sono necessariamente vicini a chi lo ha scatenato. Fenomeno analogo si verificò con gli attentati dell’11 settembre 2001 a New York e Washington: investitori avevano scommesso sul crollo delle compagnie aeree coinvolte negli attentati e della società che gestiva il World Trade Center. L’U.S. Securities and Exchange Commission li identificò ma non ne divulgò i nomi né intraprese azioni giudiziarie.

Traduzione
Rachele Marmetti

[1Trading on Terror ?, Jackson, Jr., Robert J. & Mitts, Joshua, Decembre 3, 2023.