Un lavoro apparso in Francia consegna nuovi elementi sull’assassinio del capo cristiano libanese Tony Frangieh ed il massacro dei suoi parenti, nel 1978. L’operazione, condotta dal capo fascista Samir Geagea, sarebbe stata in realtà interamente pilotata dal Mossad israeliano. L’autore di quest’indagine, Richard Labévière, è un giornalista vicino agli ambienti francesi della Difesa. Aveva già rivelato, due anni fa, informazioni confidenziali sul trattamento del Libano al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Forti pressioni sono esercitate sull’editore perché ritiri dal manoscritto i nomi dei protagonisti o almeno perché rinunci a diffonderlo prima delle elezioni legislative libanesi.
Lo scrittore e giornalista francese Richard Labévière, che aveva già destinato un libro molto documentato ai segreti delle deliberazioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU relative al Libano (1), si prepara a pubblicare un nuovo lavoro che tratta di un altro episodio tragico della storia del paese dei cedri: l’assassinio dell’ex deputato e ministro cristiano Antoine Frangieh, detto “Tony„, il 13 giugno 1978. Il lavoro rivela il ruolo decisivo del Mossad, il servizio segreto del ministero israeliano degli Affari esteri, in quest’omicidio.
L’autore, che è d’altra parte redattore capo della rivista dell’istituto degli alti studi della Difesa nazionale (2), ha recuperato fonti israeliane di alto livello, che ha incontrato in Svizzera, e fonti francesi legate ai servizi segreti esterni.
Secondo le informazioni di Réseau Voltaire, Richard Labévière è arrivato alla conclusione che preparando quest’operazione Israele si fosse fissato quattro obiettivi strategici:
– L’eliminazione di uno dei suoi avversari cristiani più determinati;
– Spiegarsi militarmente nel Nord del Libano, che controllava già indirettamente sul piano sicurezza;
– Seminare zizzania nel campo cristiano per trovare più facilmente alleati;
– Indebolire i cristiani alleati alla Siria.
Il Mossad avrebbe affidato l’operazione al partito fascista libanese, le “falangi„ di Bachir Gemayel. Psicologi israeliani avrebbero fatto superare test di personalità a diversi uomini di destra ed avrebbero scelto fra loro il profilo ideale per compiere questa missione: Samir Geagea.
Il capitolo 11 del lavoro sarebbe dedicato al modo in cui il Mossad ha progettato l’operazione. Questa mirava ufficialmente a togliere dal palazzo di Frangieh a Ehden uno dei loro uomini implicato nella morte di un capo falangista. Avrebbe dunque dovuto svolgersi in mancanza di Tony Frangieh e delle sue guardie del corpo. Ma le cose furono organizzate in modo che il capo politico fosse trattenuto in casa da un guasto all’automobile. Tenuto conto che rifiuterebbe di consegnare uno dei suoi e che Samir Geagea è uno psicopatico, non c’era dubbio sulla fatale riuscita dello scontro.
Fin dall’inizio dei combattimenti Geagea fu ferito alla mano ed al braccio. Dunque probabilmente è il suo assistente che comandò il massacro di tutti gli abitanti della residenza, che includono Tony Frangieh, la sua coniuge ed il loro bambino di tre anni, come pure 35 altre persone.
Alcuni mesi fa, un membro del clan Frangieh, Joseph, ha testimoniato su Orange TV (la rete televisiva della libera Corrente patriottica di Michel Aoun) che all’epoca aveva partecipato alla difesa della residenza e che lui stesso aveva ferito Samir Geagea. Dalla diffusione di questa rivelazione, il vecchio uomo fu assassinato a sua volta.
Con intento d’obiettività, l’autore ha sollecitato una riunione con Samir Geagea per raccogliere la sua versione dei fatti. Ne elaborerebbe un resoconto nel capitolo 14. Il Sig. Geagea riconoscerebbe le estorsioni dei suoi miliziani durante quegli anni oscuri, e sottolineerebbe che non ha diretto il massacro di Ehden e non poteva averlo fatto, poiché era ferito.
Il più grande segreto circonda la pubblicazione di questo libro, annunciato in libreria in Francia per fine aprile, ed in Libano nel corso del mese di maggio. Sembra che l’autore vi riveli l’identità dei vari protagonisti, dei capi del Mossad che organizzarono l’operazione fino ai tre complici di Samir Geagea che sarebbero oggi rifugiati in Australia. Il carattere estremamente sensibile di queste informazioni, per di più alla vigilia delle elezioni legislative libanesi, suscita molte preoccupazioni a Tel-Aviv ed a Beyrouth. Le pressioni si moltiplicano per censurare una parte del manoscritto o bloccarne la diffusione.
Se nessuno non ignora i numerosi crimini di Samir Geagea, che includono l’omicidio del primo ministro Rachid Karamé, il 1° giugno 1987, la sua assunzione da parte del Mossad non era stata mai messa in luce. Inoltre, l’amnistia di cui il clan Hariri ha fatto beneficiare il Sig. Geagea potrebbe non coprire nuovi elementi rivelati dal Sig. Labévière.
Articolo Tradotto per Risorsetiche.it da Damir
Restate in contatto
Seguiteci sui social network
Subscribe to weekly newsletter