"Raramente un Capo di Stato eletto ha esposto tanti ostacoli alla libertà di espressione durante il suo mandato”, assicura Robert Menard, il segretario generale dell’associazione da 22 anni. "Il presidente [ha taciuto] qualunque voce critica o dissidente [ed ha eliminato] [...] progressivamente qualunque forma di contropotere, in questione quello della stampa” .
Così, secondo RSF, non esiste nessuna libertà di espressione in Venezuela e l’opposizione non dispone di nessun mezzo per esprimere il suo disaccordo con la politica del governo [1].
Esiste un modo relativamente semplice per verificare la sincerità delle affermazioni dell’entità francese di "difesa della libertà di stampa”. Solo basta dare un’occhiata alla stampa venezuelana e valutare lo spazio riservato alla critica contro Chavez e la sua politica. Il quotidiano "El Universal” stima che la riforma costituzionale che si sottometterà ad un referendum popolare il 2 dicembre 2007 presenta varie "aree di pericolo per la libertà di stampa” e non vacilla nel qualificare il governo bolivariano come "regime [...] totalitario”. [2]
Questo stesso giornale accusa Chavez di spaventare gli investitori stranieri, sottolinea "il rischio di investire in Venezuela” a causa delle politiche governamentali, [3] pubblica una lunga intervista di Julio Borges, coordinatore nazionale del partito all’opposizione "Primero Justicia” che afferma che "Chavez vuole mettere al paese una scarpa stretta [...] incompatibile con la cultura di libertà del venezuelano” [4], afferma che questo progetto bolivariano "ha fracassato” [5], accusa il governo di repressione e di violazione de "l’autonomia delle università” [6], fustiga Chavez per la sua "immoralità” [7], si fa eco di una campagna che pretende di processare il presidente del paese per "delitti di cospirazione contro il sistema repubblicano ed usurpazione di funzioni” [8] e divulga la lettera aperta di Robert Menard a Nicolas Sarkozy [9]. Tutto ciò solo nell’edizione di questo 20 novembre 2007.
Da parte sua, El Nacional accusa le autorità di reprimere gli studenti [10], offre generosamente una tribuna agli oppositori della riforma costituzionale [11] ed evoca sospetti di frode che si suppone succederanno durante il referendum di dicembre del 2007 [12]. Nelle sue edizioni del 19 e del 20 novembre 2007, il giornale "Tal Cual” denuncia gli attentati alla "libertà di espressione” [13], vilipende con virulenza la riforma [14] –che romperebbe "il filo costituzionale” [15]–, che qualifica come un "golpe di stato” [16], fa un appello per "votare No per preservare la democrazia” [17] e accusa Chavez di "giocare all’eroe” sul tema degli ostaggi olombiani. [18] Fustiga anche "l’alleanza pericolosa” tra Venezuela ed Iran [19].
Da parte sua, "El Mundo” stigmatizza la violenza delle autorità [20], denuncia l’inflazione, della quale sarebbe responsabile il governo [21], afferma che la riforma rappresenta un pericolo per i venezuelani [22] e condanna l’avvicinamento con l’Iran [23]. Il giornale El Tempo denuncia la penuria di alcuni prodotti alimentari, [24] oltre all’insalubrità che regna in alcune zone del paese [25].
Il canale di televisione Globovision accusa il governo di repressione della polizia [26] ed assicura che la riforma è un "attentato alla libertà di espressione”, citando la Società Interamericana di Stampa [27].
D’altra parte, il canale di televisione Venevision esortò al rifiuto del progetto costituzionale contrario ai "valori democratici”, riportando le parole della confederazione patronale Fedecamaras (la Confindustria venezuelana, n.d.t.) [28], e che sicuramente si vedrà macchiato dalla "frode” [29].
Questo rapido panorama della stampa venezuelana che si limita alle edizioni del 19 e del 20 novembre 2007, dimostra fino a che punto le parole di Robert Menard sono pura disinformazione. La maggioranza della stampa privata del paese, che rappresenta l’80% dei mezzi di comunicazione, è di un’estrema virulenza –molte volte fino al limite del fanatismo–contro il presidente Chavez. Accusare questo di costituire un ostacolo alla "libertà di espressione” sfiora il ridicolo. Qualunque specialista della realtà venezuelana degno di questo nome può attestare sulla libertà di tono del quale danno prova i mezzi di comunicazione, libertà di tono che sarebbe inaccettabile nella "patria dei diritti umani” che è la Francia (risulta ironico vedere che Robert Menard si dirige a Nicolas Sarkozy, il cui controllo sui mezzi francesi è sorprendente, per proteggere la libertà di espressione). Qualunque analisi empirica, perfino superficiale, sbocca in questa conclusione. Quindi, RSF non è credibile quando distilla tali bugie che, inoltre, sono facilmente ricusabili.
RSF afferma anche che "RCTV, il più popolare ed antico dei canali di televisione del paese, fu escluso della rete hertziana per ordine di Hugo Chavez e "perfino contro l’opinione di una gran parte dei suoi stessi sostenitori, e disprezzando tutta la giurisprudenza interamericana” [30]. Qui, la bugia è monumentale. In primo luogo, RCTV è un canale che aveva appoggiato apertamente il golpe di Stato contro il presidente Chavez nell’aprile del 2002 –piccolo dettaglio che sembra spregevole per RSF che non si degna di ricordarlo–senza soffrire le conseguenze (è inutile domandarsi quello che sarebbe successo ad un canale francese che avesse appoggiato un colpo di Stato contro Nicolas Sarkozy). Inoltre, si tratta del canale più sanzionato della storia del Venezuela per violazioni della legge (una sola volta sotto Chavez) [31].
E poi alla fine, RCTV non fu escluso in nessuna maniera dalla rete hertziana "per ordine di Hugo Chavez”. La concessione di questo canale arrivò al suo termine il 28 maggio 2007 e la Commissione Nazionale di Telecomunicazioni del Venezuela –e non Chavez–ha deciso, in considerazione degli antecedenti di RCTV, non rinnovarla col fine di lasciare lo spazio hertziano ad un altro canale, in perfetto accordo con la legislazione del paese [32].
D’altra parte, contrariamente a quello che sostiene RSF, la decisione ebbe un immenso appoggio popolare, come lo mostrarono le manifestazioni di varie centinaia di migliaia di persone tra il 27 maggio ed il 2 giugno 2007 [33].
Inoltre, il presidente ha proposto di sottomettere ad un referendum popolare le decisioni di rinnovare o no le concessioni dei canali di televisione. Alla fine, questa decisione è in perfetto accordo con l’articolo 156 della Costituzione venezuelana, come con l’articolo 108 della Legge Organica delle Telecomunicazioni, che danno al governo il potere di regolare l’accesso allo spazio hertziano [34].
Dalla sua prima elezione alla presidenza, Chavez non ha mai chiuso un solo mezzo di comunicazione. Dal 1998, solo due mezzi smisero di emettere temporaneamente. Si tratta del Canale 8 e di Catia TV che furono chiusi tra l’11 ed il 13 aprile 2002 da parte dei golpisti, la cui azione fu approvata da RCTV.
Nel mondo intero, ogni anno le autorità competenti non rinnovano numerose concessioni, senza suscitare indignazione alcuna da parte di RSF. L’organizzazione francese non si è pronunciata mai sui casi dei canali di televisione spagnoli TV Laciana nel 2004, TV Cattolica nel 2005 e Tele-Asturie nel 2006, le cui concessioni non si rinnovarono. E’ successo la stessa cosa coi canali britannici One TV, Actionworld e StarDate TV 24 nel 2006 e Look for Love 2 nel 2007 [35].
RSF denuncia anche "l’apertura alare” del "controllo che esercita il Capo dello Stato venezuelano sul paesaggio mediatico” [36] . Si tratta un’altra volta di una bugia monumentale. Per la banda VHF, nel 2000, avevano 19 canali di televisione privati e uno pubblico. Nel 2006, la cifra passò a 20 canali privati contro un solo canale pubblico.
Dal 28 maggio 2007, ci sono 19 canali privati e due canali pubblici, la Televisione Venezuelana e Tves che rimpiazza RCTV nelle onde herziane. Per la banda UHF, nel 2000, avevano 28 canali privati e due canali pubblici. Nel 2006, c’erano 44 canali privati e 6 pubblici. Nell’ambito delle stazioni radiofoniche, per le onde AM, nel 2000 e 2006, c’erano 36 stazioni di radio pubbliche contro 143 stazioni di radio private. Per le onde FM, c’erano 3 stazioni di radio pubbliche al contrario di 365 stazioni di radio private nel 2000. Nel 2006, la cifra passò a 440 stazioni di radio private e 10 emittenti pubbliche [37].
Così, RSF inganna l’opinione pubblica.
RSF stigmatizzò un disegno di legge che pretende limitare ogni finanziamento straniero di organizzazioni non governative. In effetti, gli Stati Uniti, promotori del golpe di Stato del 2002, finanziano attualmente numerose organizzazioni che appartengono all’opposizione. L’avvocato Eva Golinger rivelò i nomi delle persone che Washington stipendia. Ma, per Menard, questa decisione costituisce "un’autentica repressione della società civile e dei suoi componenti” [38].
Per caso, crede che la Francia accetterebbe che un’opposizione che inoltre fu responsabile di un golpe di Stato, sia finanziata da una potenza straniera? L’Articolo 411-4 del Codice Penale francese è eloquente rispetto a questo:
"Il fatto di mantenere un’intesa segreta con una potenza straniera, con un’impresa o un’organizzazione straniera o sotto il controllo straniero o coi suoi agenti in considerazione di suscitare ostilità o atti di aggressione contro la Francia, si punisce con trenta anni di detenzione criminale e 450 000 euro di multa.
Si punisce con le stesse pene il fatto di proporzionare ad una potenza straniera, a un’impresa o ad un’organizzazione straniera o sotto il controllo straniero o ai suoi agenti i mezzi per intraprendere ostilità o realizzare atti di aggressione contro la Francia.”
Robert Menard sottolinea, infine, che le sue "offerte di dialogo hanno urtato con l’accusa, tanto grottesca come infondata, che la nostra organizzazione lavorerebbe per conto dell’intelligenza statunitense, e cercherebbe di organizzare un altro golpe di Stato” [39].
Come può essere altrimenti quando si sa che RSF appoggiò il golpe di Stato dell’aprile 2002? È necessario ricordare la dichiarazione che pubblicò RSF il 12 aprile 2002?:
"Recluso nel palazzo presidenziale, Hugo Chavez firmò la sua rinuncia durante la notte sotto la pressione dell’esercito. Poi fu portato a Forte Tiuna, la principale base militare di Caracas, dove è detenuto. Immediatamente dopo, Pedro Carmona, il presidente di Fedecamaras, annunciò che dirigerebbe un nuovo governo di transizione. Affermò che il suo nome era l’oggetto di un "consenso” della società civile venezuelana e del comando delle forze armate” [40].
In realtà, Chavez non firmò mai la sua rinuncia, ma RSF aveva ripetuto senza nessuna riserva la versione dei golpisti ed aveva cercato di convincere l’opinione pubblica internazionale che Pedro Carmona era il nuovo presidente legittimo.
Come può essere diversamente, quando si sa che RSF è finanziato per la National Endowment for Democracy (NED) [41]? Che cosa è la NED? Secondo il New York Times, "La National Endowment for Democracy si creò 15 anni fa per portare a capo pubblicamente quello che ha fatto segretamente la CIA per decadi. Spende 30 milioni di dollari all’anno per appoggiare partiti politici, sindacati, movimenti dissidenti e mezzi informativi in dozzine di paesi” [42].
Secondo Allen Weistein che contribuì ad approvare la legislazione dove si stabiliva la NED, "oggi molto di quello che facciamo lo faceva già la CIA in maniera occulta 25 anni fa” [43].
Così, RSF riceve emolumenti da un ufficio schermo della CIA e non può essere imparziale.
Robert Menard e la sua organizzazione non sono credibili quando affermano di essere unicamente interessati alla "libertà di stampa”. In realtà, difendono un programma politico innegabile e mantengono una crociata accanita contro il governo democratico e popolare di Hugo Chavez. Comincia ad essere già ora che RSF si tolga la maschera e mostri il suo vero volto alla luce del giorno.
[1] Reporteros sin Fronteras, « Reporteros sin Fronteras escribe a Nicolas Sarkozy en la víspera de la entrevista con su homólogo venezolano Hugo Chávez », 19 de noviembre de 2007. http://www.rsf.org/article.php3?id_article=24427 (sitio consultado el 19 de noviembre de 2007).
[2] Vivián Castillo, « SIP ratifica validez de su último informe sobre Venezuela », El Universal, 20 de noviembre de 2007.
[3] Víctor Salmerón, « La inversión extranjera cae a tan sólo 317 millones de dólares », El Universal, 20 de noviembre de 2007.
[4] Elvia Gómez, « ‘Hugo Chávez quiere ponerle al país un zapato apretado’ », El Universal, 20 de noviembre de 2007.
[5] Ana María Pérez, « Alcalde de Santa Teresa se pronunció en contra de reforma », El Universal, 20 de noviembre de 2007.
[6] Zuma López, « Detenido decano y tres alumnos de UPEL Táchira », El Universal, 20 de noviembre de 2007.
[7] El Universal, « MAS llama a abstencionista a votar por unidad del país », 20 de noviembre de 2007.
[8] El Universal, « Breves políticos », 20 de noviembre de 2007.
[9] El Universal, « RSF criticó a Chávez en carta abierta a Sarkozy », 20 de noviembre de 2007.
[10] Eleonora Delgado & Simón González, « Órganos de seguridad de Táchira reprimen a estudiantes », El Nacional, 19 de noviembre de 2007.
[11] El Nacional, « Ismael García conduce programa contra la reforma en Globovisión », 18 de noviembre de 2007;El Nacional, « Borges: La oposición tiene grandes posibilidades de ganar referéndum », 18 de noviembre de 2007.
[12] El Nacional, « Opositores desconfían de la imparcialidad del ente comicial », 16 de noviembre de 2007.
[13] Patricia Clarembaux, « Miente, que algo queda », Tal Cual, 20 de noviembre de 2007.
[14] Ramón Sahmkow, « El 112, el artículo de la reforma en el que ser rico es malo », Tal Cual, 20 de noviembre de 2007.
[15] Tal Cual, « ‘Miedo a la reforma llega al chavismo’, según Martínez », 19 de noviembre de 2007.
[16] Tal Cual, « Baduel habla esta vez hacia el mundo », 19 de noviembre de 2007.
[17] Tal Cual, « Votar No para preservar la democracia », 19 de noviembre de 2007.
[18] Tal Cual, « Uribe da plazo a Chávez para que siga jugando al héroe », 20 de noviembre de 2007.
[19] Tal Cual, « La alianza peligrosa », 19 de noviembre de 2007.
[20] El Mundo, « Batalla a tiros en Sabana Grande », 20 de noviembre de 2007.
[21] El Mundo, « Cotización del dólar no oficial continúa con tendencia alcista », 20 de noviembre de 2007.
[22] El Mundo, « La independencia de los poderes es fundamental para ser consejeros », 20 de noviembre de 2007.
[23] El Mundo, « Chávez y Ahmadineyad juntos y revueltos », 20 de noviembre de 2007.
[24] K. Jurado & K. Irigoyen, « El pollo también escasea en los supermercados de la zona », El Tiempo, 20 de noviembre de 2007.
[25] El Tiempo, « ¿Y las autoridades sanitarias? », 20 de noviembre de 2007.
[26] JDG, « Policía del municipio Junín del Estado Táchira detubo a director-decano de la UPEL », Globovisión, 19 de noviembre de 2007.
[27] AQB, « SIP: reforma constitucional amenaza libertad de expresión en Venezuela », Globovisión, 19 de noviembre de 2007.
[28] Venevisión, « Fedecámaras reitera su rechazo a la reforma constitucional y pide la postergación del referendo », 19 de noviembre de 2007.
[29] Venevisión, « Copei considra que la oposición debe unirse para cuidar los votos el 2D », 19 de noviembre de 2007.
[30] Reporteros sin Fronteras, « Reporteros sin Fronteras escribe a Nicolas Sarkozy en la víspera de la entrevista con su homólogo venezolano Hugo Chávez », op. cit.
[31] Agencia Bolivariana de Noticias, « RCTV ha sido el canal más sancionado en Venezuela », 29 de marzo de 2007.
[32] Lamia Oulalou, « Chávez bâillonne la télé d’opposition », Le Figaro, 26 de mayo de 2007.
[33] Agencia Bolivariana de Noticias, « Hoy el pueblo demostró que está mobilizado en apoyo a la revolución », 2 de junio de 2007.
[34] L’Express, « Chávez bâillonne la dernière chaîne d’opposition », 29 de mayo de 2007.
[35] Jean-Luc Mélanchon, « Où va la bonne conscience anti-chaviste », 26 de mayo de 2007, www.jean-luc-melanchon.fr (site consulté le 30 mai 2007).
[36] Reporteros sin Fronteras, « Reporteros sin Fronteras escribe a Nicolas Sarkozy en la víspera de la entrevista con su homólogo venezolano Hugo Chávez », op. cit.
[37] Telesur, « Informe RSF ‘Cierre de Radio Caracas Television. La consolidación de una mentira mediática a través de 39 embustes », 7 de junio de 2007.
[38] Reporteros sin Fronteras, « Reporteros sin Fronteras escribe a Nicolas Sarkozy en la víspera de la entrevista con su homólogo venezolano Hugo Chávez », op. cit.
[39] Ibid.
[40] Reporteros sin Fronteras, « Un journaliste a été tué, trois autres ont été blessés et cinq chaînes de télévision brièvement suspendues », 12 de abril de 2002. (sitio contultado el 13 de noviembre de 2006).
[41] Robert Ménard, « Forum de discussion avec Robert Ménard », Le Nouvel Observateur, 18 de abril de 2005. (sitio contultado el 22 de abril de 2005).
[42] John M. Broder, « Political Meddling by Outsiders : Not New for U.S. », The New York Times, 31 de marzo de 1997, p. 1.
[43] Allen Weinstein, Washington Post, 22 de septiembre de 1991.
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