I missili RIM-161 SM-3, fabbricati da Raytheon, integrano già l’arsenale della U.S. Navy come quello delle marine giapponesi e olandesi. Sono stati concepiti per essere lanciati da navi di guerra schierate in prossimità del bersaglio. Il loro compito è quello di intercettare i missili balistici. Nel 2008, un SM-3 è stato utilizzato con successo per distruggere un satellite spia USA smarrito a 247 km di altitudine. In una situazione di guerra, gli SM-3 devono essere abbinati ad un sistema di combattimento in grado di individuare, ricercare e perseguire una grande quantità di missili alla volta, esattamente come puo fare l’Aegis sviluppato da Lockheed-Martin.

Ormai è certo: gli Stati uniti installeranno in Europa un nuovo «scudo» antimissili. Si chiarisce dunque che il presidente Obama ha rinunciato al piano Bush, ma ne vara uno suo e anche questo fortemente contrastato dalla Russia. Come sono andate le cose, lo ha spiegato sul New York Times il segretario alla difesa Robert Gates, passato dall’amministrazione Bush a quella Obama. Fu lui, nel dicembre 2006, a raccomandare che gli Usa installassero 10 missili intercettori in Polonia e un megaradar nella Repubblica Ceca. Sempre lui, nel settembre 2009, ha raccomandato a Obama di scartare il piano Bush ma solo per sostituirlo con uno «più adatto». Precisando: «Stiamo rafforzando, non cancellando, la difesa missilistica in Europa».

Nella prima fase, completata nel 2011, gli Usa dislocheranno in Europa missili intercettori Sm-3 a bordo di navi da guerra. Nella seconda, operativa verso il 2015, installeranno una versione potenziata di questo missile, con base a terra, nell’Europa centrale e meridionale. Romania e Bulgaria si sono già messe a disposizione. In Polonia è in corso l’installazione di una batteria di missili Patriot, gestita da una squadra di 100 soldati Usa, nella città baltica di Morag, a circa 50 km dal confine con la Russia. Arriveranno quindi gli Sm-3 a bordo di navi Usa, dislocate nel Mar Baltico e, successivamente, i missili potenziati con base a terra. Il radar fisso, che avrebbe dovuto essere installato nella Repubblica ceca, verrà sostituito da un più efficiente sistema basato su aerei, satelliti e sensori terrestri. Anche l’Italia, con tutta probabilità, ospiterà missili e componenti dello «scudo» Usa. Lo conferma indirettamente lo stesso Gates, quando parla della loro installazione nell’Europa meridionale. L’Italia ha aderito allo «scudo» con un accordo sottoscritto dal governo Prodi nel febbraio 2007.

Lo «scudo» antimissili che gli Usa vogliono installare in Europa è un sistema difensivo od offensivo? Basta pensare a due antichi guerrieri che s’affrontano, uno armato di spada, l’altro di spada e scudo. Il secondo è avvantaggiato, può attaccare e colpire parando con lo scudo i colpi. Se un giorno gli Stati uniti riuscissero a realizzare uno «scudo» antimissili affidabile, disporrebbero di un sistema non di difesa ma di offesa: sarebbero in grado di lanciare un first strike contro un paese dotato anch’esso di armi nucleari, fidando sulla capacità dello «scudo» di neutralizzare l’eventuale rappresaglia. Proprio per questo Usa e Urss avevano stipulato nel 1972 il Trattato Abm che proibiva tali sistemi, ma l’amministrazione Bush lo affossò nel 2002. Ora Obama ha annunciato l’intenzione di ridurre l’arsenale nucleare Usa negoziando un nuovo trattato Start con la Russia, ma ha ribadito che gli Usa manterranno un «sicuro ed efficiente deterrente nucleare». Eppure, solo poche settimane fa, sei paesi europei, tra cui Belgio e Germania hanno chiesto agli Usa di smantellare le atomiche americane dall’Europa. È questa la risposta? E, secondo gli analisti del New York Times, la strategia che verrà enunciata nel prossimo Nuclear Posture Review prevede il ricorso al first strike, anche contro paesi non dotati di armi nucleari ma che abbiano armi chimiche o biologiche.

A Washington ripetono che lo «scudo» in Europa non è contro la Russia, ma fronteggerà la minaccia iraniana. Per Mosca invece è l’acquisizione americana di un decisivo vantaggio strategico. È infatti chiaro che il nuovo piano prevede un numero maggiore di missili dislocati ancora più a ridosso del territorio russo. Inoltre, saranno gli Usa a controllarli, nessuno potrà sapere se sono intercettori o missili per l’attacco nucleare. E ora, con i nuovi sistemi aviotrasportati e satellitari, il Pentagono potrà monitorare il territorio russo molto più efficacemente. Lo «scudo», che la Russia intende contrastare con «metodi adeguati e asimmetrici», non servirà quindi - come dichiara Gates - a proteggere il territorio europeo, in cui sono dislocati 80mila soldati Usa, creando una «Europa più sicura». Viceversa provocherà nuove tensioni, giustificando un ulteriore rafforzamento della presenza militare Usa in Europa.

Fonte
Il Manifesto (Italia)