La tendenza generale
Re, Emiri e televisioni di Stato insieme per predicare la democrazia !
La difesa stato-unitense e europea in favore della democrazia nei paesi arabi, teatri di insurrezioni popolari, si é trasformata in uno scandalo morale e politico.
Gli Stati Uniti e l’Europa sono intervenuti pesantemente per annientare la rivoluzione popolare nel Bahrein nel momento in cui il regime autocratico era entrato in un vicolo cieco e stava per cedere di fronte al vasto movimento pacifico rivoluzionario che propone dal canto suo un programma di transizione verso una monarchia costituzionale. L’opposizione del Bahrein era piuttosto diversificata e contava nei suoi ranghi numerosi chiiti e sunniti, personalità di sinistra, islamisti e nazionalità arabe, che sono riusciti a svuovere praticamente l’80% della popolazione del regno in Piazza della Perla a Manama
La protezione della monarchia autocratica dell’Arabia Saudita era la principale preoccupazione dell’Occidente e lo scopo essenziale dell’intervento militare dei paesi del Golfo nel Bahrein grazie alla complicità e copertura degli Stati Uniti, dell’Europa e grazie inoltre al silenzio dei paesi arabi.
In Libia, l’Occidente ha travestito il suo intervento militare diretto in veste di diritti dell’uomo,la solita cantilena trita e ritrita ad ogni crisi. Ma il fine nascosto ma che ognuno sà, é il petrolio libico e i succullenti contratti per la ricostruzione del paese dopo essere stato distrutto dagli aerei della Nato o dalle lotte tra Gheddafi e i ribelli.Lo scopo strategico dell’intervento in Libia é quello di accerchiare le rivoluzioni in Tunisia e in Egitto. L’Occidente teme in effetti che il cambiamento in questi due Paesi possa far emergere dei nuovi poteri, liberi da qualsiasi egemonia straniera, cio’ che rappresenterebbe un pericolo esistenziale per Israele.
In effetti, il crollo brutale del regime di Mubarak é percepito come un disastro da parte degli Stati Uniti, di Israele e dagli amici arabi di Washington. L’ «asse dei moderati », che perse con l’Arabia Saudita uno dei suoi pilastri, correva il rischio di sfracellarsi.
A questo punto degli avvenimenti, si lancia il contrattacco. La sacra unione tra i membri del Consiglio di cooperazione del Golfo(in inglese Gulf Cooperation Council, GCC) é sigillata. La situazione si aggrava a tal punto che il Qatar é pregato di abbandonare il suo ruolo di mediazione tra l’Iran e gli Arabi e d’impegnarsi pienamente accanto all’Arabia Saudita, per la quale non nutre tra l’altro un grande affetto. Di colpo, Al-Jazeera e le principali mass-media internazionali dimenticano la « Rivoluzione del Bahrein » e minimizzano l’invio sull’isola di centinaia di carri armati saudiani e degli emirati cosi’ come la repressione che si abbatte su di un movimento assolutamente pacifico .
Due mesi dopo l’inizio delle rivoluzioni nel mondo arabo, si assiste ad un degradarsi improvviso della situazione a Deraa, in Siria. Cio’ nonostante, diversi esperti, arabi o occidentali, si danno il cambio sugli schermi televisivi per evocare « l’eccezione siriana ». Certo, i siriani vorrebbero delle riforme e un’apertura più tangibile del regime. Ma la Siria é in guerra contro Israele e una parte del suo territorio é sotto occupazione. Cio’ costituisce una differenza fondamentale con gli altri Paesi arabi.
In Siria, non c’é più nessun dubbio che quello che stà succedendo nel Paese si inserisce nell’ambito del controattacco dell’ « asse dei moderati ».Si vuol far capitolare la Siria in modo tale da compensare la perdita dell’Egitto.Secondo loro, il crollo del regime potrebbe essere suscettibile di riequilibrare il rapporto di forza regionale a loro proprio favore.
Il ruolo proponderante della mouvance islamica negli avvenimenti in Siria é sempre più visibile. Le manifestazioni assumono una connotazione islamica in quanto escono dalle Moschee dopo la preghiera del venerdi’.
Per appoggiare la teoria della cospirazione, il ruolo complice o ambiguo del Qatar, della Turchia e dell’Arabia Saudita, é da annotare. Il Qatar sembra essersi impegnato pienamente a lato dei manifestanti che dispongono di una tribuna presso Al-Jazeera e di un grosso sostegno da parte dello scheicco Youssef Kardaoui, famoso predicatore sunnita sistemato a Doha che dopo aver elogiato Bachar el Assad fino a qualche mese fà, oggi lo schernisce.
La tendenza in Libano
I cavi pubblicati da Wikileaks confermano l’implicazione di Saad Hariri negli incidenti in Siria
Il deputato libanese Jamal Jarrah, che avrebbe assunto, armato e pagato dei siriani in modo da provocare i disordini nel loro paese – secondo le confessioni televisive di tre sospetti, arrestati dai servizi della sicurezza- e il Blocco Parlamentare del Futuro di Saad Hariri, hanno negato le accuse della loro implicazione negli avvenimenti che scombussolano la Siria.Ma queste smentite coincidono con la pubblicazione di diversi cavi di Wikileaks che rivelano il ruolo del primo Ministro uscente nel piano stato-unitense la cui ambizione é di rovesciare il regime siriano per sostituirlo con una coalizione che comprende l’ex vice Presidente Abdel Halim Khaddam e i Fratelli Musulmani di Siria.
I documenti resi pubblici da Wikileaks apportano una smentita nei riguardi di Jamal Jarrah poiché svelano il ruolo di Hariri all’interno della Siria. I Libanesi, che erano al corrente della presenza d’un ufficio di contatto quasi ufficiale dei Fratelli Musulmani e Khaddam a Beirut, sotto protezione della Corrente del Futuro, lo sapevano già.E la permanenza di diversi giorni al Nord del Libano di Sadreddine Bayanouni , mentre era ancora la guida dei Fratelli, conferma queste informazioni. Il suo obiettivo era quello di creare delle cellule per il suo movimento in Libano, con la missione di darsi da fare in Siria. In più, la Corrente del Fututo aveva concesso delle agevolazioni al figlio di Rifaat el Assad, Ribal, in modo da assumere e instaurare contatti all’interno della Siria.Secondo i cavi del dipartimento di Stato pubblicati da Wikileaks, Saad Hariri ha fatto prova di sforzi intensi per convincere gli Stati Uniti ad adottare la coalizione Khaddam-Fratelli, in modo tale che quest’ultima diriga la Siria.
Un controllo dei media audiovisivi, scritti ed elettronici appartenenti a Hariri, mostrano che sono implicati e intervenuti nel piano di distruzione della Siria.Diffondono e amplificano una sola versione dei fatti, quella di coloro che provano a seminare il caos e a indebolire il paese nella speranza di rovesciare il regime e ignorano tutte le misure prese dal potere per disinnescare la crisi.
La camera operativa mediatica ed elettronica impiantata in Libano sotto la supervisione della Corrente del Futuro é stata resa pubblica dal giornalista Josh Wood del New Yotk Times. Questa camera si troverebbe nel quartiere d’Achrafiyé, nell’est di Beirut. Inoltre, la rete d’informazioni elettroniche, che comprende diversi siti finanziati da Hariri, é stata riallacciata ad una camera operativa basata a Amman e a Parigi.
Rilegando questi fatti con le informazioni divulgate dalla Lega dei Lavoratori Siriani nel nord del Libano, su dei tentativi di assunzione di operai siriani per commettere azioni sovversive in Siria in cambio d’importanti somme di denaro, i pezzi del puzzle s’incastrano.
Dopo la riconciliazione sirio-saudita al vertice del Koweit, a gennaio del 2009, Saad Hariri aveva gelato le attività della sua rete di sabotaggio in Siria. Ma tutti gli indici mostrano che il suo padrino, il principe Bandar Ben Sultan, é il principale attore degli atti sovversivi che si sono svolti in Siria, come gli attacchi contro le forze dell’ordine, la falsificazione di video e l’invio di pseudo-testimoni oculari a tutti i media affiliati in modo da inventare e esagerare i fatti in Siria con lo scopo di seminare il dubbio nello spirito della gente ed incitarla alla rivolta.
SaadHariri e Bandar, che hanno costruito pezzo dopo pezzo la pratica dei falsi testimoni nell’inchiesta sull’assassinio di Rafic Hariri, sono assolutamente capaci di costruire e dirigere una rete di sabotaggio in Siria.
E se i cavi del dipartimento di Stato non sono sufficienti a convincere gli scettici, le prove e gli indici in possesso delle autorità siriane, che sarebbero già stati inviati al Re Abdallah d’Arabia Saudita, lo sono sicuramente.
La tendenza nel mondo arabo
Venerdi’ senza morti e feriti civili in Siria delude i media e i « testimoni oculari »
Venerdi 15 aprile, non cé stato nessun morto e nessun ferito tra in manifestanti in Siria. La sola vittima é un agente delle forze di sicurezza ucciso dai protestatari nella città di Homs. Questa giornata senza vittime civili fà seguito agli incontri tra il Presidente Bachar el Assad e numerose delegazioni di notabili di Deraa e altre regioni in piena burrasca e la sua decisione di liberare tutti i detenuti degli ultimi avvenimenti, eccetto quelli che hanno commesso un crimine.
I corrispondenti di certe agenzia-stampa estera a Beyrout hanno riferito che gli “attivisti” che veicolano normalmente le informazioni, erano demoralizzati e cercavano disperatamente venerdi’ pomeriggio une storia di sparatorie in una città o un villagio siriano. Alcuni hanno espresso la loro delusione a causa della calma che ha regnato invece di rallegrarsi che nessuna goccia di sangue sia stata versata dopo le instruzioni date dal Presidente Assad di non aprire il fuoco contro i manifestanti pacifici. Allo stesso tempo, gli incontri tra il Capo dello Stato e i notabili hanno permesso d’isolare gli istigatori di scombuglio e i sabotatori, cosi come coloro che si infiltrano tra i manifestanti pacifici per provocare scontri con le forze dell’ordine prima di scappare e guardare da lontano la gente morire e girare film da inviare ai loro datori di lavoro al di là delle frontiere.
Venerdi é stato preceduto da appelli tramite le piattaforme sociali per partecipare a manifestazioni di massa martedi e giovedi. Ma praticamentre nessuno ha risposto. Solo il venerdi’ dopo la preghiera, delle manifestazioni hanno avuto luogo all’uscita delle Moschee. Al-Jazeera ha anticipato la cifra di un milione di manifestanti nelle strade. Ma addizionando le cifre fornite dal canale del Qatar conformi ai “testimoni oculari” e “attivisti” e moltiplicandole per due, si raggiunge la cifra di ....80 mila manifestanti.
Per cercare di incitare la gente a scendere in piazza, Al-Jazeera e Al-Arabiya hanno diffuso venerdi’ verso mezzogiorno, cioé proprio prima della fine della preghiera, un video che si pretende sia stato girato nel villaggio di Baida, nei pressi di Banias, dove si vedono uomini armati maltrattare dei giovani sdraiati sulla pancia con le mani legate dietro la schiena. Si odono voci con l’accento tipico degli alawiti.
Visionando questo video, si puo’ scoprire un soldato che indossa una uniforme e un casco simili a quelli dell’esercito degli Stati Uniti. In seguito, la televisione siriana ha mostrato che la piazza che si vede non é quella di Baida. Si tratta probabilmente di un film fabbricato al di fuori della Siria nell’ambito della propaganda e della guerra delle immagini condotta per incitare i siriani a manifestare contro il loro regime.
E’ chiaro che questi canali fanno parte di un ampio dispositivo utilizzato per indebolire la Siria. Ma la direzione siriana ha deciso di autorizzare le manifestazioni pacifiche ovunque nel Paese, per permettere alla gente di esprimersi. Allo stesso tempo, il Presidente ha accellerato le riforme politiche, economiche e amministrative in modo da modernizzare il Paese e aiutarlo ad uscire da questa crisi il cui scopo é quello di spingere il potere siriano a chiedere la protezione degli Stati Uniti e quella del Golfo, in cambio del suo allontanamento dai movimenti della resistenza e dall’Iran. Ma Damasco che ha già attraversato nel 2005 una situazione ancora più difficile non ha mai accettato di rinnegare i suoi propri principi.
Non lo farà nemmeno oggi.
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