Secondo la rivista statunitense Foreign Policy, l’Arabia Saudita prepara un esercito di circa 50.000 uomini, in Giordania, con l’aiuto di istruttori pakistani.
Questa informazione non è una novità, il piano è vecchio e già noto ai nostri lettori. Tuttavia, la strategia iniziale era un attacco per lo scorso agosto di una colonna di carri armati supportata dall’US Air Force. Il vice-ministro della difesa saudita si trasferÏ ad Amman per supervisionare la creazione dell’esercito e garantire il trasferimento dei corazzati dall’Arabia Saudita. Un incontro si tenne ad Amman dal 25 al 27 agosto 2013, sotto la presidenza del generale Lloyd J. Austin III, comandante del CentCom, per preparare l’operazione. Per motivi di propaganda, i primi equipaggi dei carri armati dovevano essere siriani reclutati nei campi profughi, mentre la maggior parte delle truppe doveva essere composta da mercenari.
La novità è che l’articolo di Foreign Policy appare dopo il viaggio di John Kerry a Riyadh per ristabilire buone relazioni tra i due Paesi. Se confermato, sarebbe dimostrare che l’Arabia Saudita avrebbe continuato il piano, nonostante il ritiro militare degli USA dalla Siria.
"Saudia Arabiaís shadow war", David Kenner, Foreign Policy, 7 novembre 2013.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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