Uno studio basato su delle immagini satellitari mostra che, in quattro anni:
– 83% delle luci notturne sono spente in tutta la Siria.
– 93% delle luci di Aleppo e la sua periferia sono sparite.
– 35% delle luci sono sparite nell’insieme del distretto di Damasco [1].
Questo studio è stato diffuso con la firma di 130 organizzazioni umanitarie sovvenzionate dagli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e il Vaticano, riuniti per l’occasione sotto la denominazione #withSyria.
Lo studio si sforza a constatare i fatti e le terribili conseguenze per la popolazione siriana, ma si trattiene dall’interpretarli.
E’ accompagnato da una petizione destinata ai governi, composta da 3 punti:
– Accelerare l’aiuto umanitario;
– Cessare gli attacchi contro i civili;
– Dare priorità a una soluzione politica che rispetti i Diritti dell’Uomo.
Per gli avversari della Repubblica araba di Siria, questo studio proverebbe la sconfitta del governo di Bachar el-Assad. Sarebbe dunque semplicistico credere che ci sia una scelta tra il caos (rappresentata dall’opposizione armata) e un "dittatore-che-massacra-il-proprio-popolo", ma unicamente tra "il caos e il caos".
La realtà è ben diversa.
Per interpretare correttamente queste immagini, bisogna sapere che la Repubblica araba di Siria fornisce elettricità a tutto il paese, comprese quelle zone occupate dagli jihadisti. Tuttavia, tenendo conto degli attacchi degli jihadisti e della Coalizione anti-Daesh contro le raffinerie da una parte, e le sanzioni finanziarie che rendono impossibile l’acquisto di carburante all’estero dall’altra, lo Stato riesce ad assicurare elettricità soltanto dalle 6 alle 8 ore al giorno. Le centrali elettriche sono state riparate, ma solo la metà di esse è operativa. E quest’ultime, funzionano soltanto a metà regime. I commerci importanti e le amministrazioni si sono dotati di generatori individuali, ma non riescono più ad approvvigionare il combustibile necessario al loro funzionamento.
I siriani utilizzano l’elettricità per illuminare, per far funzionare le loro fabbriche, ma anche per scaldarsi. L’inverno anche se durato poco, è stato rigido. La totalità del paese è stato ricoperto per due settimane da 40 cm di neve. Per le stesse ragioni evocate precedentemente, il combustibile domestico manca. Lo Stato può garantire solo 200 litri di combustibile, due volte l’anno, ad ogni famiglia che presenti il Libretto di Famiglia. Come in ogni teatro di guerra, esiste un mercato nero, dove il prezzo però, è 3.5 volte superiore a quello praticato dallo Stato.
Ad Aleppo e ad Al-Raqqa, gli jihadisti hanno volontariamente tagliato l’approvvigionamento di elettricità da parte dello Stato siriano, con il pretesto che "al tempo del Profeta, l’elettricità non esisteva".
Di conseguenza:
– Le luci sarebbero moltiplicate per tre, se gli occidentali togliessero le loro sanzioni finanziarie.
– Le luci si accenderebbero di nuovo ad Aleppo e nel resto del paese se gli occidentali riuscissero a fare ragionare i "ribelli moderati " che, tra l’altro, sostengono.
– Le luci si accenderebbero di nuovo ad Al-Raqqa e nel resto del paese se gli occidentali si alleassero alla Repubblica araba di Siria, per sconfiggere Daesh.
Da tutto questo, possiamo concludere che la popolazione è fuggita dalle zone di guerra. Secondo le Nazioni Unite, un quarto di essi si è rifugiato all’estero, sia perché era la soluzione geograficamente più facile, sia per fuggire dalla Repubblica. I restanti tre quarti si sono rifugiati nei distretti di Damasco e di Laodicea (oggi Lattakia), sotto la sicurezza della Repubblica araba di Siria.
[1] Vedere : Xi Li, Deren Li. “Can night-time light images play a role in evaluating the Syrian Crisis ?”, International Journal of Remote Sensing, 2014 ; 35 (18) : 6648 DOI : 10.1080/01431161.2014.971469
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