Il re Salmān d’Arabia Saudita ha annunciato che non parteciperà alla riunione del Consiglio di Cooperazione del Golfo, convocata dal presidente Obama a Camp David, il 13 e 14 maggio 2015. Il suo portavoce ha indicato che il sovrano non sarebbe stato disponibile per quelle date in quanto si sarebbe occupato del "cessate il fuoco" in Yemen e inaugurare il Centro del Re Salmān per l’aiuto umanitario.
La delegazione saudita sarà capeggiata dal principe ereditario Mohammad ben Nayef e, comprenderà ugualmente il figlio del re e Ministro della Difesa, Mohammad ben Salmane.
Seguendo l’esempio saudita, il re del Bahreïn, Hamad ben Issa al-Khalifa, il presidente degli Emirati Arabi Uniti, il principe Khalifa ben Zayed Al Nahyane, e il sultano Qabous dell’Oman, hanno annunciato, tutti, di essere dispiaciuti di non poter rispondere all’invito del presidente Barack Obama.
Soltanto gli emiri del Qatar e del Koweït, Tamim ben Hamad Al Thani e Sabah el-Ahmad el-Jaber Al Sabah, si recheranno a Camp David.
Il summit doveva precisare le condizioni per la creazione di una NATO araba sotto il comando israeliano [1] e mettere fine al progetto d’invasione del Nord della Siria da parte del Governo regionale kurdo dell’Iraq [2].
Questo incidente diplomatico avviene mentre l’Arabia Saudita negozia un "cessate il fuoco" in Yemen, primo teatro d’intervento della Forza Araba Comune sotto comando israeliano.
[1] «La Forza "araba" di Difesa comune», di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 20 aprile 2015.
[2] "Come Israele intende rilanciare la guerra nel Levante", di Thierry Meyssan, Rete Voltaire Internazionale, 11 maggio 2015.
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