In conformità con gli impegni assunti dal presidente della regione del Kurdistan iracheno, lunedì 25 settembre si terrà un referendum sull’indipendenza di uno Stato battezzato «Kurdistan».

Questo «Kurdistan» comprenderà sia l’attuale regione del Kurdistan iracheno sia i territori che questi si è annesso in accordo con Daesh; territori dai quali ha massicciamente espulso le popolazioni non-curde, affinché oggi i curdi ne costituiscano la maggioranza.

Dalla caduta dell’Impero ottomano, gli Stati Uniti consideravano queste regioni come titolari di un’opzione per unirsi Kurdistan che essi avevano proclamato con il Trattato di Sèvre (1920), poi dissolto dalla Conferenza di Losanna (1923).

Secondo la Commissione King-Crane, le popolazioni dell’attuale regione del Kurdistan iracheno e dei territori annessi non erano che minoritariamente curde.

Gli elettori iracheni saranno chiamati a rispondere al seguente quesito: «Volete che la Regione del Kurdistan e le zone del Kurdistan al di fuori della competenza della Regione diventino uno Stato indipendente? ».

Saranno ammesse a votare al referendum le attuali popolazioni della regione del Kurdistan iracheno e quelle dei territori annessi (ma non gli altri iracheni) a condizione:
  di avere compiuto 18 anni;
  di essersi iscritte nei registri elettorali prima del 7 settembre;
  per le persone originarie delle regioni interessate ma residenti all’estero, di essersi iscritte nei registri di voto elettronico.

Il presidente Barzani si è impegnato a che la stampa e il suo partito non accusino di «tradimento» i cittadini desiderosi di rimanere annessi all’Iraq.

Né le elezioni precedenti nella regione del Kurdistan iracheno né l’attuale presidenza di questa regione soddisfanno i criteri democratici internazionali richiesti.

– È così che, mentre nel 1992 si contavano 971.953 elettori, un decennio più tardi, nel 2014, erano diventati improvvisamente 2.129.846.
– Nel 1991, dopo l’intervento internazionale contro l’invasione del Kwait da parte dell’Iraq, gli Stati Uniti e il Regno Unito occuparono la regione del Kurdistan iracheno. Un governo di unità fu formato allo stesso tempo da Massoud Barzani (pro-occidentale) e da Jalal Talabani (pro-iracheno). Barzani sollecitò allora il presidente Saddam Hussein affinché combattesse gli uomini di Talabani nel territorio occupato, cosa che egli fece sotto l’attenta vigilanza degli anglosassoni. Alla fine un accordo di pace fu concluso nel 1998 à Washington, dividendo la regione in due. Dopo l’invasione dell’Iraq, nel 2003, e il rovesciamento del presidente Hussein, gli Occidentali imposero Massoud Barzani come presidente (mai eletto) dell’intera regione, a condizione che Jalal Talabani entrasse nel suo governo. Egli fu in seguito eletto presidente a giugno 2005, indi rieletto a giugno 2010. Benché il suo mandato sia scaduto a giugno 2015, è rimasto al potere (che dunque detiene ininterrottamente da 26 anni).
– Il Parlamento, che contesta l’assenza di elezioni presidenziali, non si riunisce più.

La Commissione elettorale terrà conto in maniera selettiva dei voti espressi nelle zone annesse:
– se i loro «elettori» voteranno maggioritariamente «sì», saranno integrati nel nuovo Stato indipendente;
– se voteranno «no», rimarranno annessi all’Iraq, ma i loro voti saranno sottratti a quelli espressi dall’insieme dei votanti, in modo che gli elettori dell’attuale regione del Kurdistan iracheno possano conquistare da soli l’indipendenza.

Il progetto di creare un Kurdistan in Iraq era stato presentato dal senatore US (e futuro vicepresidente) Joe Biden sin dal 2004. È ufficialmente sostenuto soltanto dallo Stato d’Israele.

Traduzione
Gian Carlo