Il 1° ottobre il ministro degli Esteri libanese, Gebran Bassil, ha riunito a Beirut il corpo diplomatico. Alla presenza di alti ufficiali dell’esercito, il ministro ha smentito quanto affermato dal primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, nel suo discorso all’Assemblea Generale dell’ONU.
Secondo Netanyahu, Hezbollah avrebbe costruito tre siti d’adattamento e di lancio di missili, nel quartiere sciita, vicino all’aeroporto internazionale Rafiq Hariri di Beirut.
Bassil ha messo in guardia contro le affermazioni israeliane che, secondo lui, servono da giustificazione preventiva per una nuova aggressione al Libano. Il ministro ha ricordato che Israele ha violato dall’inizio dell’anno 1.417 volte lo spazio aereo e marittimo libanese e che in questo momento sta violando 28 risoluzioni del Consiglio di Sicurezza.
Bassil ha portato i suoi ospiti sul posto affinché potessero verificare che non c’è alcun silo di lancio. Alcuni diplomatici già conoscevano uno dei siti, il club di golf, di cui sono membri, e sapevano che non vi è ospitata alcuna installazione militare segreta.
L’ambasciata degli Stati Uniti non ha partecipato alla conferenza stampa né al sopralluogo.
Da giocatore che non sa perdere, l’ufficio del primo ministro israeliano ha dichiarato che la visita non prova nulla, dato che Hezbollah ha avuto tre giorni per fare pulizia sui luoghi (compreso richiudere silos per il lancio di missili?).
Nel discorso alle Nazioni Unite, il primo ministro israeliano aveva anche rivelato l’esistenza di un nascondiglio segreto di materiale nucleare iraniano in pieno Teheran. I giornalisti occidentali che si trovavano nella capitale iraniana si sono precipitati all’indirizzo indicato da Netanyahu, ma non vi hanno trovato che un’impresa di pulizia di tappeti.
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