Migliaia di persone sono scese in piazza in molte città dell’Honduras, per protestare contro l’assassinio di giornalisti [1] nella Repubblica centroamericana.
I manifestanti, che scandivano "Uccidendo i giornalisti non si uccide la verità", sfilavano davanti agli uffici del Presidente e della Commissione per i diritti umani nella capitale, Tegucigalpa, ha riportato AFP.
Secondo gli organizzatori circa 5.000 persone hanno partecipato alla sfilata di Tegucigalpa, ma si sono avute manifestazioni anche anche a San Pedro Sula, La Ceiba, Comayagua e Choluteca. "No all’impunità", era scritto su un cartello di un attivista. Su un altro "Uniti per la pace e la libertà".
Da quando il presidente Manuel Zelaya è stato estromesso il 28 giugno 2009, da un colpo di stato militare [2],una ventina di giornalisti è stata assassinata in Honduras.
La settimana scorsa, il corpo del giornalista della radio HRN, Alfredo Rivera Villatoro, è stato trovato bendati, con diversi colpi nella testa, ha detto un portavoce della polizia. Rivera era stato rapito una settimana prima.
Dal colpo di stato militare del 2009, l’Honduras sta vivendo significativi disordini politici. Il regime militare, la corruzione, le ingenti disparità nella ricchezza, la criminalità e le catastrofi naturali hanno fatto dell’Honduras uno dei paesi più poveri e meno sicuri in Centro America.
Source: PressTV
[1] «Honduras : l’ONU s’émeut des assassinats de journalistes, pas RSF», Réseau Voltaire, 11 mai 2010.
[2] «Confirmation : le SouthCom a organisé le renversement du président Zelaya au Honduras», Réseau Voltaire, 16 aout 2009.
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