Durante le guerre d’America Centrale, negli anni 80, le popolazioni sono fuggite verso gli Stati Uniti, dove sono diventate preda dei venditori di droga del programma Iran-Contra, incaricati precisamente di finanziare queste guerre.
I giovani drogati si sono organizzati in bande etniche prima di essere espulsi massivamente, negli anni 90, espandendo così la loro mafia in America centrale. La Mara riunisce oggi diverse centinaia di migliaia di giovani sfaccendati.
Il gruppo mistico-criminale chiamato Mara Salvatrucha, originario del Salvador, é composto essenzialmente da disoccupati originari dell’America Centrale. Dopo essersi impiantato nel Chiapas, senza che le autorità messicane responsabili dell’immigrazione abbiano misurato la portata politica di questo fatto, esso si lancia ormai alla conquista dell’America anglofona.
I rappresentanti dei governi dell’America Centrale e del Nord tengono frequentemente delle riunioni d’urgenza sulla Sicurezza, con lo scopo di frenare la rapida proliferazione di questi gruppi. Si tratta di gangs transnazionali essenzialmente composte da giovani dell’America Centrale vittime della disoccupazione ed ormai legati al crimine organizzato.
Il generale messicano Jorge Carillo Olea, specialista della Sicurezza Nazionale, prevede che ben presto la Mara si transformerà in un fenomeno che interesserà decine di milioni di disoccupati che emigrano nel mondo cercando di costruirsi una vita là dove é impossibile, "a meno che non li liberiamo dal sistema del libero scambio e dalla globalizzazione ".
Queste bande di giovani poveri che attraversano le frontiere fino a Panama al sud ed al nord fino agli Stati Uniti, arrivano ormai al Canada, prestandosi al traffico illegale d’armi e di droga, partecipando così di fatto ad un progetto politico d’indebolimento delle frontiere del Sud del pianeta tramite la criminalizzazione delle popolazioni periferiche. I trafficanti e contrabbandieri di mano d’opera emigrata li utilizzano per terrorizzare, mutilare o assassinare gli emigranti che non pagano i loro debiti. Essi mostrano dei tatuaggi in guisa di riconoscimento ed usano dei segni satanici, attestando così la loro appartenenza settaria. Questi giovani sono arrivati ad un tale grado di disumanità che in piu’ posti hanno già adottato il metodo della decapitazione come rappresaglia. Non é un affare semplice. Il loro numero è stimato tra 100.000 e 600.000 membri secondo differenti media. Qualche funzionario negli Stati Uniti, nel Messico o nel Guatemala giunge a considerarli una minaccia per la Sicurezza Nazionale.
Chi é responsabile ?
I neo-cons ed i razzisti anti-immigranti profittano della crisi dei Mara per propagandare la tesi di Samuel Huntington, per il quale il principale nemico degli Stati Uniti é ormai ispanico, sia all’interno che all’esterno del suo territorio. Il professor Huntington dell’università di Harvard aveva già sparso la credenza in un preteso inevitabile "choc delle civilizzazioni" tra i mussulmani e l’Occidente.
Sublimando la paura, i circoli conservatori diffondono l’idea secondo la quale i terroristi di Al-Quaida hanno ricorso ai Mara per introdursi negli Stati Uniti. Secondo un militare statunitense, esperto del soggetto, la veridicità di una tale affermazione non puo’ essere verificata.Tuttavia, gli Huntingtoniani propongono la deportazione in massa e la chiusura della frontiera Sud degli Stati Uniti, tanto per cominciare.
In America centrale, la soluzione proposta sarebbe piuttosto d’infliggere la pena di morte a tutti i membri di una gang. Ma una società che ordinasse l’esecuzione in massa dei propri figli come soluzione a questo stato di cose nato dalla propria politica, potrebbe sopravvivere? Gli esperti del problema sono d’accordo nel dire che i Mara sono composti essenzialmente da ragazzi. Secondo uno studio di Maggio 2004, effettuato da un esperto anti-droga del Salvador, 51,9% dei membri dei Mara di quel paese hanno tra gli 11 ed i 15 anni; 2% tra i 7 ed i 10 anni; gli altri 49,6% hanno meno di 25 anni.
In effetti i Mara sono in parte i ragazzi del "dispositivo droghe" dell’Iran/Contra di George Bush padre. Le prime gangs si sono inizialmente formate verso la metà degli anni ’80 a Los Angeles, California, tra i figli d’un milione di rifugiati impoveriti che fuggivano le guerre d’America Centrale.
L’organizzazione in gangs esistente a Los Angeles ha spinto i giovani salvadoregni ed honduregni a fondare la loro propria gang. Durante questi anni, sotto il mandato di G. H. Bush, il crack fu introdotto nei ghetti degli Stati Uniti, all’inizio dalle gangs di Los Angeles, per creare un nuovo mercato e degli sbocchi per la cocaina trattata dalla rete segreta dell’Iran/Contra.
Quando le guerre in America Centrale finirono, agli inizi degli anni ’ 90, e con esse il loro finanziamento mediante il traffico di droga, gli Stati Uniti hanno iniziato un programma di espulsione generalizzata di questi giovani membri delle gangs verso i loro paesi d’origine; paesi che non avevano niente da offrir loro ed alcuna capacità di gestire la delinquenza. Gli accordi di "pace" in America Centrale non hanno portato alcuno sviluppo economico, ma piuttosto il libero commercio e con lui il mercato nero delle armi e decine di migliaia di ex-guerriglieri e soldati disoccupati che hanno rimpinguato i ranghi dei trafficanti di droga.
La globalizzazione ha trasformato l’America Centrale in una riserva di mano d’opera a buon mercato per gli Stati Uniti. Lo strangolamento, causato dal debito estero, debito che non é mai servito a costruire la benché minima diga o fabbrica, ha soffocato le economie a tal punto che la grande maggioranza delle popolazioni dell’America Centrale preferisce cercare fortuna negli Stati Uniti alla questua d’un impiego, pur mal pagato, che permetta d’inviare dei soldi alle famiglie rimaste a casa.
E’ questa politica che ha condotto un quarto dei salvadoregni ad emigrare negli Stati Uniti!
Nello stesso modo in cui la politica di espulsione in massa degli anni ’90 ha propagato la struttura delle gangs di Los Angeles in America Centrale, la politica "tolleranza zero" adottata dai governi del Salvador e dell’Honduras negli anni 2002-03 ha esportato migliaia di Mareros in Guatemala, in Messico e di nuovo negli Stati Uniti.
Far applicare la legge é necessario, ma finché non creeremo milioni di posti di lavoro con un programma urgente di costruzione d’infrastrutture in America Centrale e negli Stati Uniti, impieghi qualificati e gratificanti, non ci saranno soluzioni.
Il ministro per la Pianificazione del Guatemala, Hugo Beteda, ha dichiarato in Ottobre al Washington Post che più della metà dei Guatemaltechi hanno meno di 18 anni, e che la maggior parte di essi ha poche probabilità di trovare un lavoro. Questi giovani hanno due alternative: emigrare negli Stati Uniti o raggiungere i ranghi dei trafficanti di droga, ha concluso.
Gaston Pardo
Giornalista messicano, specialista delle questioni internazionali, della rivista Bajo Palabra
Traduction de Ernesto Carmona, http://www.comedonchisciotte.org
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