Il 6 febbraio e il 5 marzo, il governo francese ha pubblicato due decreti che riguardano rispettivamente il bloccaggio e la de-referenziazione dei siti internet "che provocano atti di terrorismo o che ne fanno l’apologia, e dei siti che diffondono immagini e rappresentazioni di minori a carattere pornografico" [1].
Contrariamente alla tradizione giuridica e ai principi del diritto, l’autorità amministrativa potrà prendere tutte le decisioni fuori dal controllo della Giustizia. Eventualmente, sarà tenuta ad informare la Commissione Nazionale dell’Informatica e delle Libertà (CNIL), una semplice commissione para amministrativa.
Questo privilegio dello Stato esisteva già, in materia di stampa, dal 1939 al 2010, con una legge sul "controllo della stampa straniera". Era stato ammesso che, nel caso in cui era difficile perseguire gli autori, editori o stampatori di certi libri stranieri a partire dal territorio nazionale, il ministro dell’Interno poteva vietarli, al di fuori del controllo della Giustizia.
Per principio, la Rete Voltaire, ha sempre sostenuto che i divieti di stampa non possano esistere al di fuori di un controllo da parte di un giudice, che siano essi in forma scritta o in qualunque altro formato. In malafede, alcuni giornalisti ci hanno accusati di sostenere il contenuto dei testi censurati di questa o quell’opera, quando invece la nostra posizione riguarda sulla procedura di censura e non sul contenuto dei materiali censurati. La Storia ha troppo spesso mostrato che lo Stato cominciava a censurare dei testi indifendibili, senza provocare alcuna reazione dell’opinione pubblica, per arrogarsi un potere che continuava a esercitare per una repressione politica.
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