In un’intervista al quotidiano spagnolo El Mundo, il coordinatore dell’antiterrorismo dell’Unione Europea, Gilles de Kerchove d’Ousselghem, rivela che, secondo i suoi servizi, attualmente nell’Unione ci sarebbero almeno 50.000 individui radicalizzati.
Kerchove sottolinea che, se essere radicalizzati è una posizione politica, sono classificati tali solo i soggetti che si presume siano in grado di commettere atti terroristici.
La stima di 50.000 potrebbe essere per difetto perché gli Stati membri dell’Unione non utilizzano i medesimi criteri di classificazione dei sospetti.
«Il Regno Unito ha identificato da 20.000 a 35.000 radicalizzati. Di questi, 3.000 sono considerati dall’MI5 casi allarmanti e 500 sono sottoposti a sorveglianza speciale e continua. I francesi hanno una lista di 17.000 radicalizzati, stilata utilizzando criteri e norme propri», spiega Kerchove.
Queste cifre tengono conto solo delle persone presenti nel territorio dell’Unione. Andrebbero aggiunti i cittadini europei partiti per il Medio Oriente per fare la jihad che potrebbero rientrare. Nonostante le dichiarazioni di alcuni esponenti politici, non esistono dati attendibili in proposito.
È evidentemente impossibile sorvegliare tutti i radicalizzati dell’Unione Europea e prevenire potenziali attentati.
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