Intervistato il 7 febbraio 2018 da BMF-TV, il ministro francese degli Esteri, Jean-Ives Le Drian, ha accusato «la Turchia, il regime di Damasco, l’Iran e tutti quelli che attaccano la Ghuta orientale e Idleb» di violare il diritto internazionale.
L’espressione «regime di Damasco» designa la Repubblica Araba Siriana, Stato membro dell’ONU. La Ghuta orientale accoglie combattenti inquadrati dai Fratelli Mussulmani e dalle Forze Speciali britanniche. Idleb è controllato da Al Qaeda.
Contrariamente a quanto asserisce il ministro, le operazioni militari della Siria sul proprio territorio non violano il diritto internazionale. Al contrario, si collocano all’interno della Carta dell’ONU e della risoluzione 2625 dell’Assemblea Generale. La partecipazione dell’Iran, su richiesta del presidente Al-Assad, ai combattimenti è, secondo il diritto internazionale, altrettanto legale.
Al contrario, la presenza delle Forze Speciali francesi senza l’autorizzazione del governo della Siria, internazionalmente riconosciuto, viola la Carta dell’ONU e la risoluzione 2625.
Già il 13 novembre 2017 il segretario della Difesa degli Stati Uniti, James Mattis, aveva affermato che la presenza di truppe americane in Siria, senza il consenso del governo legittimo, era autorizzata dal Consiglio di Sicurezza. Il che è falso.
Le Drian è intervenuto per opporsi al Consenso di Sochi. Ha accusato la Siria di utilizzare armi chimiche e ha ricordato che la Francia accetterà solo una pace negoziata a Ginevra, sotto l’autorità del Dipartimento degli Affari Politici dell’ONU (ossia di Jeffrey Feltman), che includa la Ghuta orientale e Idleb. Ebbene, poiché il Consiglio di Sicurezza vieta negoziazioni di questo tipo con Al Qaeda, la posizione francese non può essere soddisfatta.
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