Il dipartimento di Stato USA insiste nell’accusare il governo della Repubblica Araba Siriana, il cosiddetto “regime di Assad”, di reprimere con armi chimiche la popolazione in rivolta.
In un comunicato [1], Washington s’interroga sul presunto attacco del 19 maggio 2019 a Idlib, accreditando le accuse di Hayat Tahrir al-Sham, attuale denominazione di Al Qaeda a Idlib (foto). Il nome stesso del gruppo lascia intendere che l’obiettivo non è soltanto il rovesciamento della Repubblica Araba Siriana, ma di tutti i governi della regione. Infatti, il nome significa “Organizzazione per la liberazione del Levante”, ossia della regione che comprende Anatolia turca, Israele, Giordania, Mesopotamia irachena e Siria. Hayat Tahrir al-Sham è erede diretto del Fronte al-Nusra, più precisamente del “Fronte per la vittoria dei popoli del Levante”, che apertamente proclamava la propria sudditanza da Al-Qaeda.
Nello stesso comunicato il dipartimento di Stato replica alle accuse di Russia e Siria, che sostengono invece che gli attacchi ad armi chimiche non sono opera di Damasco, bensì degli jihadisti, coadiuvati dai Caschi Bianchi. Nonostante le innumerevoli prove pubblicate, Washington persiste a ritenere si tratti di false informazioni.
Infine, il dipartimento di Stato ricorda che, secondo l’ONU, tutti gli attacchi ad armi chimiche in Siria sono stati perpetrati dal “regime di Assad” in prima persona. Washington si riferisce al meccanismo d’inchiesta congiunto dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) e dell’ONU, i cui rapporti sono stati respinti dal Consiglio di Sicurezza perché inficiati dal metodo usato. Il meccanismo è stato in seguito sciolto.
[1] “Alleged Use of Chemical Weapons by the Assad Regime”, Voltaire Network, 21 May 2019.
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