Il segretario di Stato USA, Mike Pompeo, prosegue la campagna contro lo Hezbollah.
Il mese scorso Pompeo ha fatto da cassa di risonanza alle accuse – infondate – secondo cui lo Hezbollah si sarebbe installato in Venezuela, aiutato dal presidente Maduro. Dopo poco, a Caracas, c’è stato un nuovo tentativo di colpo di Stato. Le prove diffuse dal Venezuela, e ampiamente documentate, dimostrano che l’operazione non solo è stata voluta, bensì anche preparata per oltre un anno dallo Stato di Israele [1].
Imboccata questa strada, il segretario di Stato ha proseguito accusando pubblicamente – sebbene ogni sistema democratico esiga l’immunità per i parlamentari – due deputati dello Hezbollah, Mohammad Raad e Amine Cherri, di aver commesso alcuni crimini e, a dispetto della giustizia libanese, ha adottato sanzioni nei loro confronti.
Per finire, Mike Pompeo è rimasto qualche ora in Argentina per convincere il presidente Mauricio Macri a dichiarare il 18 luglio – anniversario dell’attentato dell’AMIA (18 luglio 1994) [2] – lo Hezbollah gruppo terrorista. Le autorità argentine rinunciarono a ritenere lo Hezbollah responsabile della carneficina perché tutte le prove a carico furono invalidate dalla giustizia argentina.
In un’intervista alla rete televisiva libanese Al-Manar, il 12 luglio 2019 il segretario generale dello Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha rivelato che l’amministrazione Trump ha cercato un contatto con lui, ma di avere rifiutato.
[1] «Israele contro i venezuelani», Thierry Meyssan, Al-Watan (Siria), Rete Voltaire, 2 luglio 2019, traduzione di Rachele Marmetti.
[2] « Macri hizo los deberes para recibir a Pompeo », Pagina 12, 16 de julio de 2019.
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