La Russia, in ragione di un possibile interesse della NATO alla conquista della Crimea, ha rafforzato il sistema difensivo della regione, già favorito in partenza dalla topografia della zona. Valentin Valisescu stila un inventario delle forze destinate alla difesa della penisola.
Grazie al rilievo montagnoso dell’intera linea di congiunzione della penisola con l’Ucraina, lunga 90 chilometri, la Crimea è molto difficile da conquistare. Durante la seconda guerra mondiale Germania e Romania dovettero utilizzare 195 mila soldati per attaccarla. Oggi la Russia difende la Crimea ancor meglio che in passato. Soltanto gli ingenui possono pensare che la NATO sia disposta a correre il rischio di perdere oltre 70 mila uomini per conquistare la penisola e regalarla all’Ucraina.
La difesa territoriale della Crimea è in mano al 22° corpo d’armata, con un organico di 32 mila soldati. Se necessario, la 49^ e 58^ armata russa, presenti nel Caucaso, possono intervenire in appoggio con cinque brigate di fanteria di marina aerotrasportate e di forze speciali, a loro vola appoggiate da diversi reggimenti di artiglieria.
Il compito di queste forze è respingere truppe terrestri nemiche provenienti da nord – dall’Ucraina – nonché di respingere truppe sbarcate sulla costa di Crimea. Le forze russe sono equipaggiate con T-72B3, BMP-2, BTR-82A, obici autopropulsi 2S19 Msta, lanciarazzi Tornado-G e Grad, sistemi di missili anticarro Khrizantema, Kornet-D e Konkurs-M.
Il ponte dello stretto di Kerch è difeso da due battaglioni indipendenti di fanteria di marina, un battaglione di guarda-frontiere, un reggimento di artiglieria e una divisione di missili antibalistici S-300 VM.
Gli obiettivi militari e civili della Crimea sono sotto la protezione di sistemi di guerra radio-elettronica. Parallelamente, esistono in Crimea sistemi elettronici che permettono di rilevare le coordinate delle posizioni di tiro del nemico e neutralizzarle con precisione in qualunque momento, di giorno e di notte. Alcune di queste stazioni (R-381T2, R-934UM, R-330Zh, Borisoglebsk 2, PSNR-8 KREDO-M1, Murmansk-BN/Palatin, RB-341V Leer-3) sono posizionate a terra, ma lavorano in rete con droni o elicotteri del tipo Orlan-10 e Mi-8. I sistemi di combattimento elettronico agiscono anche sugli AWACS, la ricerca aerea, il rilevamento e la guida dei tiri a bordo di aerei d’attacco e dei missili di crociera.
Il 22° corpo d’armata comprende anche una brigata e un reggimento di missili costieri equipaggiati con sistemi Bastion-P e sistemi Bal. La batteria Bastion-P utilizza missili antinave P-800 Oniks, con una portata da 300 a 600 chilometri e una velocità di Mach 2,5. La batteria Bal utilizza missili antinave Kh-35U, con una portata da 120 a 230 chilometri. Questi due tipi di missile possono affondare navi nemiche con dislocamento fino a 5 mila tonnellate.
La 4^ Armata Aerea e di Difesa Antiaerea garantisce appoggio aereo al 22° corpo d’armata e ha dispiegato in Crimea un reggimento di cinque divisioni di S-400 e due reggimenti di missili misti (Pantisir e Buk-3). La forza aerea in Crimea dispone di 120 aerei (aerei polivalenti Su-27-SM e Su-30, bombardieri Su-24, elicotteri Ka-52, Mi-35, Mi-84MTsh, e così via).
La flotta russa del Mar Nero coopera con il 22° corpo d’armata per respingere il nemico lontano dalle frontiere. Per far questo ha a disposizione: il cacciatorpediniere Smetlivy, equipaggiato con missili mare-mare KH-35, le fregate anti-sottomarino Ladny e Pitlivy, equipaggiate con il sistema missilistico Metel, sei sottomarini Varshavyanka (Project 363.3), armati con missili antinave Kalibr e Oniks. Le navi più moderne sono le tre fregate di classe Admiral Grigorovich, equipaggiate con lanciatori verticali universali per i missili Kalibr, Oniks e Zirkon. Altre tre nuove corvette, di classe Buyan-M (Projet 21631) e Karakurt, sono equipaggiate con lanciatori verticali universali dotati degli stessi tipi di missile.
Restate in contatto
Seguiteci sui social network
Subscribe to weekly newsletter