Voglio richiamare urgentemente la vostra attenzione sul fatto che, ancora una volta, il regime di Kiev ha violato in modo flagrante gli obblighi imposti dalla terza Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra.

Il ministro della Difesa della Federazione di Russia ci ha informati che la parte ucraina ha annullato unilateralmente lo scambio di prigionieri di guerra, che doveva avvenire oggi (6 aprile). Kiev ha costantemente rivisto al ribasso il numero di soldati che dovevano essere scambiati, riducendo la lista da 251 a 38 prigionieri. Questa mattina la parte ucraina ha infine rinunciato allo scambio senza fornire spiegazioni. Per quanto ci riguarda avevano terminato i preparativi per lo scambio di 251 prigionieri di guerra ucraini, conformemente all’elenco concordato, e avevano organizzato il loro trasporto fino al luogo convenuto.

Anche su una questione di rilevanza umanitaria come questa, l’Ucraina tiene una linea di condotta incoerente e si dimostra del tutto indifferente a quanto accade ai propri concittadini. È ormai da un po’ di tempo che le autorità di Kiev rimandano lo scambio, di cui avevamo tuttavia definito insieme le modalità.

Inoltre, siamo in possesso di elementi concreti che provano come i militari russi fatti prigionieri siano detenuti in condizioni disumane. Abbiamo più volte richiamato la vostra attenzione sul fatto che i detenuti militari russi vengono deliberatamente uccisi, torturati e trattati in modo disumano; questi atti brutali sono largamente diffusi sui social network, e talvolta di proposito presentati come atti fieramente compiuti da nazionalisti.

Su questo punto l’Ucraina vìola con ogni evidenza le più fondamentali garanzie di divieto di «uccisioni sotto ogni forma, mutilazioni, trattamenti crudeli e torture» (articolo 3 della terza Convenzione di Ginevra del 1949). È opportuno sottolineare che, ai sensi dell’art. 130 della Convenzione, questi atti costituiscono «infrazioni gravi», ossia crimini di guerra. Infine, queste violazioni, in quanto sistematiche e generalizzate, mostrano chiaramente che Kiev non fa assolutamente nulla per impedire che questi atti abominevoli si ripetano.

Su questo punto ci aspettiamo che gli alti responsabili dell’Onu agiscano senza indugi: contiamo che chiedano alle autorità ucraine di permettere ai rappresentanti del Comitato internazionale della Croce Rossa di visitare i prigionieri di guerra russi per valutare le condizioni di detenzione ed effettuare una visita medica approfondita; confidiamo inoltre che i relativi documenti siano poi trasmessi alla parte russa e alle organizzazioni internazionali.

Nel frattempo, il Quartiere generale congiunto di coordinamento della Federazione di Russia per l’azione umanitaria in Ucraina dichiara che la parte russa garantisce che i prigionieri di guerra ucraini sono trattati nel rispetto di tutti gli obblighi che discendono dalla terza Convenzione di Ginevra del 1949.

Vi sarei grato se voleste distribuire il testo di questa lettera e l’allegato come documento del Consiglio di sicurezza.

Traduzione
Rachele Marmetti