Ancora una volta l’UE cede alle richieste di Washington senza contropartita: gli Stati Uniti avranno legalmente accesso alle informazioni bancarie degli Europei, quando il trattato di Lisbona entretà in vigore e il Parlamento europeo avrà approvato il nuovo accordo. Inoltre, anche prima della votazione parlamentare, tali disposizioni sono in atto. Jean-Claude Jean-Claude Paye analizza questa nuova concessione.
Negli ultimi anni, l’Unione europea e gli Stati Uniti hanno firmato un pacchetto di accordi sulla consegna dei dati personali: dati PNR dei passeggeri aerei [1], dati finanziari, nel quadro del caso Swift [2]. Un trasferimento generale è in preparazione. Si tratta di rimettere, in modo permanente alle autorità degli Stati Uniti, una serie di informazioni private, come ad esempio il numero di carte di credito, dettagli di conti bancari, investimenti, connessioni internet, la razza, opinioni politiche, morale, la religione [3].
Gradualmente, l’UE si trasforma la propria legislazione, per consentire alle leggi degli Stati Uniti di essete applicate direttamente sul suo territorio. Ogni nuovo accordo rappresenta un ulteriore abbandono della sovranità dei paesi membri dell’Unione europea. Il testo appena firmato dall’UE e gli Stati Uniti, in materia di sequestro di dati finanziari, è un esempio illuminante.
Il caso Swift
Questo 30 novembre 2009, il Consiglio dei ministri dell’Interno dell’Unione europea ha approvato il progetto di accordo elaborato dalla Commissione, che consente alle autorità statunitensi di sequestrare, sui server della società Swift collocato sul territorio europeo, i dati personali dei cittadini dei paesi membri dell’Unione. Questa ratifica da parte del Consiglio è la fase finale del processo volto a porre fine allo scandalo del caso SWIFT e a tutte le contestazioni della legge che ha concesso agli Stati Uniti di raccogliere le informazioni finanziarie dei cittadini europei.
Il caso Swift è scoppiato quando, nel 2006, la stampa statunitense rivelò che questa società aveva, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, trasmesso clandestinamente al Dipartimento del tesoro degli USA alcune dozzine di milioni di dati confidenziali relativi alle operazioni dei suoi clienti.
Nonostante la palese violazione delle leggi, europee e belga, sulla protezione dei dati personali, questo trasferimento non è stato mai messo in causa. Al contrario, l’UE e gli USA hanno firmato molteplici accordi per legittimare l’acquisizione dei dati riservati.
Tutti gli accordi sono stati giustificati nell’ambito della lotta al terrorismo. Il sequestro dei dati operato dalle autorità statunitensi è stato reso possibile grazie alla particolarità del sistema Swift. In pratica, tutti i dati riservati allocati nel server europeo erano parimente presenti in un secondo server di stanza negli USA. Ciò ha consentito alla dogana statunitense di prenderne possesso, giacché la legge americana consente questo tipo di sequestri.
Un nuovo accordo UE-USA
Tuttavia, da giugno 2007, è stato previsto che i dati Swift inter-europei non fossero più trasferiti negli Stati Uniti, ma su un secondo server europeo. Questa nuova procedura si avvicinava di più alle norme europee ed eliminava la possibilità delle autorità statunitensi di acquisire le informazioni. Il nuovo server, piazzato a Zurigo, dovrebbe diventare operativo a partire dal mese di novembre 2009.
A seguito di questa riorganizzazione e contrariamente a quanto affermato negli accordi precedenti, il commissario europeo alla Giustizia Jacques Barrot ha spiegato che i 27 desideravano fornire agli investigatori del tesoro degli USA l’accesso ai centri operativi europei amministrati dalla società Swift. Egli ha detto che «sarebbe estremamente pericoloso in questa fase, fermare la sorveglianza e il controllo del flusso delle informazioni» [4] e ha detto che le operazioni sul server statunitense Swift si sono rivelate «uno strumento importante ed efficace». Ha semplicemente ripetuto le dichiarazioni del giudice Brugiere, la «personalità eminente» [5], designata dalla Commissione per «controllare» l’uso americano delle dozzine di milioni di dati trasferiti ogni anno. Quest’ultimo aveva sostenuto che il sequestro aveva "permesso di evitare un certo numero di attentati". Non era stato prodotto o citato alcun esempio che permettesse di verificare tali asserzioni. La dichiarazione del carattere indispensabile della cattura dei dati finanziari si rivelerà il successo di questa politica nella lotta contro il terrorismo. Veniva stabilita un’identità tra la parola e la cosa.
Giustificazioni apparenti
L’enunciazione della lotta contro il terrorismo è sufficiente a giustificare la cattura dei dati finanziari. La ragione invocata acquista un carattere surreale quando si sa che la commissione ufficiale d’inchiesta sugli attentati dell’11 settembre 2001 non ha voluto indagare sui movimenti di capitali sospetti, registrati i giorni precedenti gli attentati stessi. Tuttavia, proprio prima degli attacchi dell’11 settembre, il 6, 7 e 8, hanno avuto luogo opzioni di vendita eccezionali sulle azioni delle due compagnie aeree (American e United Ailines) i cui velivoli furono sequestrati dai pirati, come anche sulle azioni di Merril Lynch, uno dei più grandi affittuari del World Trade Center. Queste informazioni sono state rivelate precisamente da Ernst Welteke, all’epoca presidente della Deutsche Bank, il quale ha anche dichiarato che c’erano molti più fatti attestanti che le persone implicate negli attentati avevano approfittato di informazioni confidenziali al fine di realizzare operazioni sospette [6]. Tutti questi fattori, il fatto che un attentato terrorista non ha bisogno di importanti trasferimenti di fondi e la volontà politica di non investigare sui trasferimenti finanziari sospetti, ci mostrano che l’acquisizione dei dati finanziari dei cittadini è un obiettivo in sé.
Sovranità statunitense sul suolo europeo
La Commissione ha voluto prima firmare un accordo di transizione, che avrebbe effetto con la messa in marcia del server di Zurigo. Questo obiettivo è stato confidato alla presidenza svedese, rigettando così ogni possibilità di decisione condivisa con il Parlamento. Ciò ha la sua importanza, poiché il Consiglio segue praticamente ogni giorno le posizioni dei funzionari permanenti e costoro si rivelano essere, spesso, dei semplici canali dei negoziatori americani. Il commissario Barrot afferma di realizzare un accordo equilibrato, ma ha dovuto riconoscere che il testo attuale non include l’accesso delle autorità europee alle transazioni bancarie americane [7].
A questo accordo transitorio deve succedere un testo definitivo, anch’esso unilaterale. Si tratterebbe. Dopo un anno, di “rinegoziare” ciò che è stato accettato d’urgenza. Tale accordo dovrebbe essere validato dal Parlamento europeo, quando il Trattato di Lisbona, che dà a questa assemblea più poteri in materia di polizia e di giustizia, verrà applicato. La volontà proclamata di attendere la ratificazione del Trattato mostra che si tratta di far riconoscere, dal Parlamento, un diritto permanente delle autorità americane di sequestrare, sul suolo europeo, dati personali di cittadini dell’Unione. I nuovi “poteri” accordati al Parlamento trovano la loro ragione d’essere nella legittimazione dei trasferimenti di sovranità dell’UE agli USA.
Questa posizione ha il merito di essere trasparente, di presentare il Trattato, non come un testo costituzionale interno all’Unione, ma come un atto d’integrazione dell’UE in un’entità sovranazionale sotto la sovranità statunitense.
Questo nuovo accordo che permette alle dogane statunitensi di catturare, sul suolo europeo e senza alcuna reciprocità, dati personali dei cittadini dell’Unione, rappresenta un nuovo passo nell’esercizio della sovranità diretta delle istituzioni statunitensi sulle popolazioni europee.
Una struttura imperiale asimmetrica
La raccolta da parte degli Stati Uniti di informazioni sui cittadini europei, in particolare quelle relative alla loro transazioni finanziarie devono essere considerati nel contesto della formazione del futuro mercato transatlantico entro il 2015. [8] Gli accordi, che permettono il trasferimento verso gli Usa, costituiscono solo una fase preparatoria, un prerequisito per l’instaurazione di un grande mercato transatlantico [9], e la creazione di un sistema politico comune. Avendo come base la legge statunitense, questo progetto si rivelerà un grande mercato di dati personali, attraverso il quale tali informazioni saranno consegnate al settore privato. La trasformazione della vita privata in una merce è accompagnata dalla sorveglianza della polizia, quest’ultima è la condizione dell’ esistenza della prima. La cattura dei dati da parte delle autorità dei governi degli Stati Uniti è una nuova accumulazione capitalistica primitiva volta all’installazione di nuovi rapporti di proprietà basati sul fine della proprietà stessa
La natura asimmetrica della cattura dei dati personali: le autorità statunitensi hanno accesso ai dati europei, senza alcuna questione di reciprocità, abbiamo scoperto che nel futuro mercato transatlantico, tutte le società sono uguali, ma alcune, le imprese degli Stati Uniti, lo saranno più di altre.
L’utilizzo da parte delle autorità statunitensi dei dati finanziari raccolti durante «la lotta contro il terrorismo» è già iniziata come parte della «lotta contro la frode fiscale», compresi gli attacchi contro la banca svizzera UBS [10] strumentalizzazione G20 e 1 aprile 2, 2009 [11] sono stati gli episodi più pubblicizzati.
Traduzione : Alba Canelli (Voici Dalla Strada).
[1] « L’espace aèrien sous contrôle impérial », di Jean-Claude Paye, Réseau Voltaire, 13 octobre 2007.
[2] «Le transazioni finanziarie internazionali sotto controllo degli USA», Réseau Voltaire, 28.04.2008.
[3] Consiglio dell’Unione Europea, «Nota del Presidency to Coreper, Relazione Finale di UE-USA Hight Level Contact Group sulla condivisione di informazioni e la privacy e la protezione personale» 9831/08, Bruxelles 28.05.2008.
[4] «Partage de données bancaire : nouvelles négociations entre les 27 et les États-Unis», Le Soir, 28.07. 2009.
[5] «Jean-Louis Bruguière, un juge d’exception», di Paul Labarique, Réseau Voltaire, 29.04.2004.
[6] «Insider trading’ by terrorists is suspected in Europe», di William Droziac, Washington Post, 22.11.2001.
[7] «EU wants to share more bank details with the US authorities», Edri.org, 29.07.2009
[8] «Il futuro grande mercato trans-atlantico», di Jean-Claude Paye, Réseau Voltaire, 04.02.2009. «Résolution du Parlement européen sur l’état des relations transatlantiques après les élections qui ont eu lieu aux États-Unis», Réseau Voltaire, 23.03.2009.
[9] «Un mercato transatlantico imperiale», par Jean-Claude Paye, Critica Marxista, 2009 n° 1
[10] «Gli Stati Uniti Hanno l’accesso elettronico alle Transazioni bancarie svizzere interno», Réseau Voltaire, 03.032009.
[11] «Il G20 e il riassetto della finanza internazionale», Réseau Voltaire, 09.04.2009.
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